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Patrizia Arcadi - La Coach Imperfetta - Doni dell'imperfezione

I DONI DELL’IMPERFEZIONE

Avere a che fare con l’imperfezione non è facile, questo è innegabile.
A volte è come avere intorno qualcuno che ci guasta la festa sul più bello o come sentire una nota stonata che ci rovina la melodia.

L’imperfezione ci fa sentire a disagio, spesso ci fa vergognare e – nonostante sulla barca si stia in buona compagnia – ci affanniamo a nascondere i nostri limiti, convinte che se non li vedremo noi, non li vedrà nessuno.

Eppure l’imperfezione può avere dei risvolti positivi che possiamo scoprire solo imparando a non lasciarci condizionare dalle nostre fragilità e concedendoci di mostrarci agli altri così come siamo.


Cosa ti perdi quando nascondi le tue debolezze

La lista di ciò che sacrifichiamo quando scegliamo di non (far) vedere le nostre imperfezioni è molto lunga e, in ordine sparso di importanza, credo che sia più o meno questa:

1. La ricchezza della condivisione e di uno scambio sincero e alla pari con chi ci sta intorno.

2. L’autenticità e la libertà di essere pienamente noi stesse.

3. La connessione, in particolare dai nostri bisogni, dal nostro intuito, dalla nostra “voce interiore” e dalla nostra vera natura.

4. L’amore per noi stesse unito al rispetto per ciò che siamo.

5. Il coraggio di guardarci e di mostrarci per davvero.

6. Il piacere, il senso di leggerezza e la libertà di essere noi stesse.

7. Scegliere con consapevolezza cosa è meglio per noi e cosa vogliamo davvero, in coerenza con i nostri valori e bisogni più autentici.

8. L’autocompassione, intesa come amorevole comprensione di noi stesse e di ciò che proviamo.

9. Il coinvolgimento e la capacità di provare emozioni che temiamo non solo perchè potrebbero “sfuggirci”, ma anche perchè sono la vera voce dei nostri bisogni e ci riportano quindi su un terreno di gioco per noi scivoloso.

10. L’autostima e la possibilità di sentirci soddisfatte di noi stesse, perdendo di vista il nostro valore.

11. La possibilità di conoscerci e di farci conoscere e di scoprire che il nostro modo di essere potrebbe addirittura piacerci e piacere agli altri.

Una lunga lista, non trovi? E sono certa che se ci pensassimo ancora un po’ sarebbe facilmente integrabile!

Personalmente ritengo che già così l’elenco sia fin troppo lungo, soprattutto se consideriamo che a guadagnarci sono questi simpatici soggetti qui: competizione e “paragonite”, apparenza, autocritica, giudizio, senso di colpa, vergogna, senso di inadeguatezza, distanza dalle nostre emozioni, perfezionismo, pensieri che ci limitano e ci bloccano, paure, atteggiamenti autosabotanti… e chi più ne ha, più ne metta!


Il bello del concedersi l’imperfezione

Ti sei mai chiesta come sarebbe invece se riuscissimo a cambiare prospettiva e a osservare lo stato delle cose da un altro punto di vista?

Io me lo chiedo spesso e ogni volta giungo alla stessa conclusione:
sarebbe davvero liberatorio concederci di cogliere sfumature che prima non vedevamo e darci il permesso di riconsiderare l’imperfezione non come un nemico da combattere o temere, ma come una parte di noi da accogliere e che magari può anche offrirci un’opportunità di crescita.

Ed eccoci al punto: davvero l’imperfezione può aprirci delle possibilità, arrivando addirittura a insegnarci qualcosa?

Ci ho riflettuto, mi sono guardata intorno, ho chiesto, letto e studiato e di doni che possano arricchirci ne ho trovati non uno, non due, ma ben quindici… e chissà quanti ce ne sarebbero ancora da scoprire!

Eccoli qui, tutti per te:

1. Cogliere la bellezza della vita: la perfezione è statica, innaturale. La vita invece è mutevole e l’imperfezione disegna trame preziose e spontanee, cicatrici che saranno la testimonianza della nostra bellezza autentica.

2. L’onestà: guardarsi allo specchio e ammettere che non potremo mai essere perfette e che la perfezione non è uno standard raggiungibile né plausibile è un atto di onestà che dobbiamo a noi stesse.

3. La clemenza, prima di tutto verso noi stesse: riconoscere le nostre imperfezioni è il primo passo per guardarci con amore. Sospendere il giudizio e accoglierci così come siamo è l’arma più potente che abbiamo per capire che meritiamo di essere felici.

4. La capacità di cambiare idea: abbandonare aspettative irrealistiche e imparare a lasciar andare sono un ottimo modo per imparare a cambiare prospettiva. Spesso ciò che crediamo sia giusto per noi non corrisponde a ciò che vogliamo e che va davvero bene per noi.

5. Imparare a desiderare: l’imperfezione ci fa capire cosa vogliamo davvero. E la forza del nostro desiderio ci aiuterà a raggiungere ciò che vogliamo ottenere o almeno a fare il primo passo. Con un po’ di allenamento e una buona dose di consapevolezza potremo addirittura  passare allo step successivo e capire…

6. La differenza tra l’ideale e la reale visione di noi: ci convinciamo che la perfezione sia lo status da raggiungere per essere felici e quindi tendiamo a standard che non sono nostri, come un certo tipo di corpo, un particolare lavoro o un certo modello di casa.
Crediamo che se saremo belle, ricche, simpatiche e perfette in tutto allora saremo degne di considerazione e amore. Questa invece è la condanna all’insoddisfazione eterna, perché significa puntare a un obiettivo irraggiungibile, perché la perfezione cui miriamo non esiste.

C’è una grande differenza tra la visione ideale di noi e quella reale.
Ed è a quella reale che dobbiamo aderire per sentirci davvero soddisfatte di noi stesse.

7. Contemplare la presenza di variabili: vale a dire accettare che qualcosa ci sfuggirà e che il finale del racconto potrebbe essere diverso da come l’avevamo immaginato. A volte è grazie all’imprevedibilità che otteniamo i risultati migliori.

8. La forza dell’autenticità e della connessione: riconoscere e mostrare le nostre fragilità è un atto di coraggio che ci rende più forti, favorendo la connessione autentica con noi stesse e con gli altri.

9. Crescita e miglioramento: l’imperfezione è la spinta a evolvere e migliorare. È quando qualcosa non ci soddisfa che siamo motivate all’azione e al cambiamento ed è anche attraverso le esperienze negative che impariamo a crescere e diventare consapevoli di noi stesse.

10. La creatività: di fronte all’imprevisto cosa può venire in nostro soccorso se non la nostra capacità di mettere in atto soluzioni creative? Vivere una vita imperfetta ci consente di attivare la nostra capacità di reagire agli eventi dando risposte sempre nuove alla vita.

11. Positività e libertà di scelta: sembra paradossale, ma trovarci nel bel mezzo di un problema o di una crisi ci dà l’opportunità di sviluppare una visione positiva e costruttiva della vita. Nella difficoltà abbiamo comunque una possibilità. Che è quella di scegliere come viverla, come affrontarla. Quando le cose non vanno come vorremmo, possiamo comunque decidere quale atteggiamento avere. E avere la lucidità per chiederci: qual è il meglio che posso trarre da questa situazione? Quali sono le capacità che posso mettere in atto per affrontarla? Come mi farà crescere?

12. L’importanza di dirsi “Io sono abbastanza”: questo forse è il dono più grande. Non sentirsi mai abbastanza può far cadere in un circolo vizioso. Sposta l’asticella del livello di soddisfazione sempre un po’ più in là, verso uno standard irraggiungibile e che ci convince di essere inadeguate, sbagliate e incapaci. È necessario invece concentrarci sul nostro reale valore, sui risultati che otteniamo ogni giorno, sulle peculiarità che ci contraddistinguono.

13. La fede: mostrare le nostre fragilità è un atto di fede, di umiltà, di amore. Significa imparare a chiedersi e a chiedere aiuto e affidarsi senza difese alle risposte che arriveranno. E soprattutto vuol dire essere disposte ad accogliere ciò che si potrebbe scoprire.

14. La resilienza: prendere consapevolezza delle nostre imperfezioni affina la nostra resilienza. E questo significa avere una marcia in più nell’affrontare le difficoltà della vita, una risorsa che ci aiuta a circoscrivere gli eventi negativi e a rafforzarci ogni volta che fronteggiamo un ostacolo.

15. Il fascino e la desiderabilità: il difetto, quello che metaforicamente definiamo “neo”, caratterizza e rende unica una persona, un oggetto o addirittura un’esperienza. È nell’errore che spesso risiedono l’unicità e la rarità che rendono un oggetto ancora più prezioso (e per questo desiderato).
Pensaci bene, non è forse da un errore e da una frattura che l’arte del Kintsugi ripara con l’oro e crea oggetti preziosissimi, unici e irripetibili?

Cosa ne pensi? Ti ritrovi in qualcuno di questi punti? Ne hai altri da condividere?

Desideri migliorare la tua capacità di accettare te stessa e le tue imperfezioni? Puoi candidarti a lavorarci su con me compilando il questionario che trovi qui!

Ph. Evi Radausche su Unsplash

 

Patrizia Arcadi

Sono Patrizia e ti aiuto a ritrovare il potere, la forza e la fiducia per realizzare la tua Visione di Vita, personale e professionale. Lavorando con me potrai: sentirti più sicura di te e delle tue decisioni nella vita privata e nel lavoro, metterti al primo posto senza sentirti in colpa, riconoscere il tuo valore, dire la tua con sicurezza, apprezzarti e star bene con te stessa.

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