Scopri i tuoi bisogni – Parte I
Se contassimo tutte le volte in cui pronunciamo la parola “bisogno” durante la giornata, probabilmente arriveremmo a un numero elevatissimo.
“Ho bisogno di un paio di scarpe nuove” oppure “Ho bisogno di arrivare in orario in ufficio” sono solo alcuni esempi e chissà quanti altri ancora potremmo trovarne sforzandoci un po’.
Se invece volessimo elencare tutte le volte in cui utilizziamo questo termine consapevolmente, credo che il conteggio sarebbe molto più basso.
Siamo abituate ad agire con il pilota automatico innescato, rispondendo in modalità “reattiva” agli stimoli esterni e questo ci impedisce di vivere in connessione con noi stesse e con ciò di cui abbiamo autenticamente e profondamente bisogno.
I bisogni ci muovono spontaneamente verso una condizione di appagamento e di soddisfazione e perché questo avvenga dobbiamo sentirci libere di esprimerli e di agire in connessione con essi.
Conoscere i nostri bisogni è fondamentale per vivere una vita piena e soddisfacente in armonia con noi stesse.
Si fa presto a dire bisogni
Per conoscere i nostri bisogni dobbiamo innanzitutto saper distinguere quelli che lo sono autenticamente perché ci parlano di noi, dei nostri valori e ci guidano nelle nostre scelte, da quelli che sono invece i condizionamenti esterni di cui ci convinciamo di avere necessità.
Un esempio? Io per anni sono stata certa di avere bisogno del posto fisso per sentirmi al sicuro e realizzata e, solo dopo molto tempo, ho capito che questo era frutto di una credenza acquisita e non un mio reale bisogno.
Da questo punto di vista, i bisogni che appartengono a una categoria più “sociale” sono quelli che ci traggono maggiormente in inganno poichè sono spesso legati all’apprezzamento da parte degli altri, all’approvazione e al riconoscimento e di frequente li incameriamo come nostre priorità, anche se non lo sono realmente.
Ma se la motivazione che ci spinge a muoverci deriva da un’influenza esterna difficilmente potremo raggiungere quel livello di autorealizzazione che potrà nutrire la nostra autostima e farci sentire in armonia con noi stesse, proprio perchè le nostre azioni non risponderanno a un bisogno autentico, ma al desiderio di sentirci accettate e apprezzate da chi ci sta intorno.
Come fare quindi a individuare i nostri reali bisogni?
Oggi ti offro questi tre spunti per riconoscere i tuoi bisogni:
1. Parti da una lista: prendi come riferimento una lista di bisogni e scorrili uno a uno per individuare quelli in cui ti riconosci.
Ti suggerisco di leggere le varie categorie in cui sono suddivisi e di passare al setaccio attentamente i nomi dei bisogni presenti chiedendoti: come mi sento a leggerlo? Cosa provo? Mi appartiene, lo sento mio?
Se la risposta è sì, allora sei sulla buona strada!!
Per aiutarti a rispondere a queste domande puoi provare capire come ti sentiresti se questo bisogno fosse o non fosse soddisfatto: queste emozioni possono essere la misura di quanto quel bisogno sia importante per te in quel momento.
2. Connettiti con ciò che ti “muove” e ti spinge ad agire: durante la giornata segna su un quaderno tutto ciò che ti sprona ad agire, quali dei bisogni che vedi indicati sulla lista stanno dietro le tue azioni, cosa cerchi di “nutrire”.
Alla fine della giornata avrai la tua personale lista di bisogni che ti spingono ad agire per sentirti appagata. Una volta terminato questo passaggio, ti consiglio di applicare anche a questo elenco il primo metodo per capire quali sono quelli che hai percepito davvero tuoi nel profondo e quali invece hai sentito essere influenzati dall’esterno e non propriamente autentici.
Ti invito ad andare a fondo alle parole che individui: prova a lavorare su livelli più profondi chiedendoti se quel bisogno sottende a qualcos’altro.
Ad esempio potresti scoprire che “gioco” può far riferimento ad altri bisogni come “celebrazione” o “condivisione”.
3. Occhio alle emozioni: i bisogni ci parlano attraverso le emozioni, quindi ascoltarle e accoglierle è un ottimo modo per entrare in connessione con essi.
“Mappare” le tue emozioni durante la giornata e comprendere quale sia il bisogno soddisfatto o non soddisfatto ad esse collegato è un metodo molto efficace non solo per capire cosa provi e perchè, ma anche per imparare il linguaggio nei tuoi bisogni e riuscire a comunicare con e per loro!
Ti va di provare uno di questi metodi (o anche tutti!) e farmi sapere com’è andata nei commenti?
Vuoi capire a fondo quali sono i tuoi bisogni e imparare a conoscerti meglio? Compila questo questionario per parlarmi di te e candidarti a lavorarci su insieme: ti risponderò dandoti il mio feedback e ci confronteremo sul percorso più adatto a te!
Alla prossima!
Patrizia
Ph Bryan Minear su Unsplash
Lara bernini
Ciao Patrizia, il forte desiderio di maternità può essere considerato un bisogno? Secondo la tua esperienza di coach, può questo diventare unico monopolizzando tutta la vita di una persona e portandola a non riconoscere altri bisogni? Grazie per la tua risposta!
Patrizia Arcadi
Cara Lara, grazie per il tuo spunto.
Io credo che quello di avere un figlio sia un desiderio che risponde a bisogni fondamentali diversi per ciascuno di noi (solo per fare un esempio potrebbe trattarsi di senso e significato, di celebrazione della vita ecc).
Penso che l’urgenza di realizzarlo poi possa dipendere da molti fattori, come il sistema di valori di una persona, la sua visione della vita in generale, il suo stile di vita, il contesto sociale in cui è inserita o ancora le credenze e le convinzioni che la accompagnano nelle scelte quotidiane.
Come faccio sempre, parto dalla domanda per proporre qualche spunto di rfilessione (perchè come coach ritengo che siamo noi a dover trovare le risposte grazie alla consapevolezza e alla conoscenza di noi stessi).
E’ importante secondo me chiedersi quale sia il bisogno che sottende al desiderio in questione, quanto quell’urgenza risponda a un bisogno autentico insoddisfatto o a qualcos’altro: sono convinzioni e credenze acquisite dall’esterno? Sono pressioni sociali? Il post in questione e anche quello pubblicato oggi offriranno molti spunti per rispondere a queste domande.
E questo perchè ritengo che un desiderio possa essere un meraviglioso motore che ci spinge alla realizzazione di un progetto nel momento in cui risponde ad un bisogno autentico e non condizionato (questo vale per tutti, non solo per quello di procreare).
E poi proporrei di lavorare sull’accoglienza di quel bisogno, delle emozioni che lo accompagnano e ci parlano di lui e delle azioni che sentiamo essere le più adeguate alla sua realizzazione, chiedendoci sempre se stiamo mettendo in atto una risposta a una nostra necessità o ad altro.
Perchè è solo allenando l’empatia verso noi stessi che ci liberiamo del giudizio nei riguardi di ciò che proviamo e allora, anzichè dire che un bisogno ci sta monopolizzando senza permetterci di provarne altri, potremo dire che è una nostra priorità, concedendoci così di averne anche altre e di riconoscerle.
Grazie ancora Laura, spero di avere altre occasioni di scambio con te e se vuoi approfondire, puoi mandarmi una mail a patrizia@patriziarcadi.it
a presto!