Le scuse che ti racconti per non cambiare
Più o meno consapevolmente, a tutte noi succede di raccontarci delle scuse per non cambiare.
Si tratta di scuse che ci allontanano dai nostri obiettivi e non importa che si tratti di cambiare lavoro, rimettersi in forma o imparare una nuova lingua: loro sono lì in agguato, pronte a spegnere entusiasmo, buona volontà e motivazione con effetto pressochè immediato!
Sono le scuse con cui ci diciamo che non ne vale la pena, con cui ci raccontiamo che in quel momento non siamo disposte a modificare le nostre abitudini e a metterci in gioco per qualcosa di cui non abbiamo garanzie e che non sappiamo se migliorerà davvero la nostra condizione attuale.
Ci giustifichiamo perché non siamo disposte a pagare il prezzo del cambiamento e a lasciare il certo per l’incerto. E questo succede anche se il “certo” ci sta un po’ stretto e scomodo, anche se iniziamo a farci delle domande e a chiederci come si sta “dall’altra parte” della barricata della nostra zona di comfort.
E mentre ce la raccontiamo, la situazione in cui ci troviamo ci sembra già più accettabile, arriva quasi a piacerci e quella zona di agio non ci sembra più così brutta, tanto da arrivare a dubitare dei motivi per cui ci eravamo messe in testa di cambiare.
In quella una zona di comfort in cui ci siamo accomodate, il sottile fastidio che proviamo ci è noto e conosciuto, e, se è vero che da un lato non sperimentiamo il brivido della novità, dall’altro ci mettiamo al riparo dal rischio, dal fallimento e della preoccupazione per l’ignoto.
Lì non succede nulla, eppure è lì che preferiamo stare quando vogliamo sentire di avere il controllo della situazione.
E quando ci abituiamo a tollerare il rumore di fondo assicurandoci un buon livello di tranquillità e sicurezza, il nostro cervello cerca di proteggerci da possibili rischi che l’uscita dalla nostra comfort zone potrebbe comportare.
È così che si attiva un lungo elenco di scuse che ci mettono al riparo dal “pericolo della novità”.
E più temiamo il cambiamento più frequenti, plausibili e convincenti saranno le scuse che ci diremo.
Un paio di note prima di proseguire
1. Penso che sia importante riconoscere questo meccanismo e concedergli anche il beneficio del dubbio, perchè in qualche misura è volto a proteggerci da scelte azzardate: accorgerci che ci sta accadendo e capire perchè ci succede è il primo passo per non giudicarci, né criticarci, ma per accogliere questo nostro modo di essere, riuscendo anche a prenderci un po’ in giro benevolmente e con comprensione.
2. Non c’è niente di male ad avere una zona di comfort, anzi! Tutte noi ci “aggiustiamo” per ottenere il meglio dalle situazioni che viviamo. Rimanere nella zona di comfort può essere molto piacevole e in alcuni casi utile e non sono qui a sostenere che ogni giorno si debba andare alla ricerca del cambiamento o si debbano sovvertire le regole.
Come sempre, ciò che è importante è averne consapevolezza e accorgersi di come si sta agendo, senza cadere nella trappola del pilota automatico, rimanendo padrone e protagoniste delle nostre decisioni, anche di quelle che ci fanno rimanere dove siamo!
Sempre e solo perché lo vogliamo e lo scegliamo e non perché lo subiamo!
Torniamo a noi e alle scuse che ci raccontiamo!
Personalmente me le sono raccontate tutte, vediamo se ti ci ritrovi anche tu!
1. È troppo tardi: equivale a dire “Sono troppo vecchia, non ne vale la pena” o che comunque “Non ha più senso, tanto ormai…”.
Ma in realtà, il messaggio che ci diamo con queste parole è che noi non ne valiamo la pena, meglio gettare la spugna e rassegnarsi.
L’antidoto a questa scusa: impegnarsi per progredire e migliorare vale sempre la pena, perché tu vali questo impegno. Perché la posta in gioco è vivere la vita che vuoi e questo vale tutti gli sforzi del mondo, qualsiasi sia la tua età anagrafica.
2. Ho sempre fatto così/È sempre stato così: questa frase è il simbolo per eccellenza dell’immobilismo ed è anche un modo per sgravarsi di dosso le proprie responsabilità, perché noi siamo le uniche persone della nostra vita a poter cambiare le cose e lo sappiamo bene.
L’antidoto a questa scusa: tu sei responsabile per la tua vita e, benchè questo possa spaventare, è segno del tuo più grande potere, quello di scegliere per te stessa.
Perché tu sei il frutto delle tue decisioni e, anche quando queste si rivelano sbagliate, sono comunque il risultato di ciò che era in tuo potere fare in quel momento, di ciò che sentivi essere il meglio per te.
E poi chissà, una scelta sbagliata potrebbe portarti a compierne un’altra e avvicinarti di più al tuo obiettivo.
3. Tanto non cambierà niente/Non ho la sicurezza che andrà meglio: con questa scusa è un po’ come se ci dicessimo che non ha senso provarci perché non funzionerà. Ci prefiguriamo uno scenario fallimentare che ci giustifica dal non muovere il primo passo.
L’antidoto a questa scusa: forse è vero, non cambierà niente e potrebbe anche essere che passerai dalla padella alla brace, ma come fai a saperlo se non ci provi? Se ti dai per vinta ancora prima di iniziare?
Si tratta di accettare il fatto di non poter avere certezze e che, per quanto sarai in grado di prevedere le conseguenze e i risvolti delle tue azioni, ci saranno sempre gli imprevisti a sorprenderti.
Ma vuoi mettere la soddisfazione di aver preso in mano la tua vita e averci provato?
4. Non ho i soldi: l’eventuale carenza di denaro è un dato oggettivo che va rispettato. Tuttavia, spesso ci diamo questa scusa senza aver davvero verificato la nostra reale disponibilità ad investire su un cambiamento o magari convincendoci che per modificare le cose occorrerà una cifra fuori dalla nostra portata, mentre, se approfondissimo, potremmo scoprire che non è così.
Può succedere a volte che dietro questa frase non ci sia la motivazione giusta che ci spinge ad agire, un po’ come se fosse troppo debole per giustificare l’eventuale spesa.
L’antidoto a questa scusa: fatti i conti in tasca!
Conoscere le tue reali disponibilità finanziarie, pianificare le tue entrate e le tue uscite è importante tanto quanto avere un reale prospetto di quanto denaro dovresti spendere per fare il cambiamento che desideri. Che si tratti di lasciare il lavoro e metterti in proprio, di cambiare casa o di iscriverti in piscina!
Potresti scoprire che la cifra è ben diversa da quella che avevi immaginato (nel bene o nel male) ed essere consapevole della tua reale situazione potrà chiarirti le idee anche sulle tue motivazioni.
Ma se prima non avrai una chiara idea dei “numeri” difficilmente potrai capire se la scusa che ti stai raccontando è legittima o dettata dalla paura.
E aggiungo… Sii onesta con te stessa e riconosci le tue prioprità: sei proprio certa che quella borsa ti serva davvero o che tu non possa limitarti a un solo aperitivo alla settimana per mettere qualcosa da parte e poterti permettere finalmente le lezioni private di inglese che rimandi da un pezzo?
5. E poi gli altri cosa penseranno di me? Dietro a questa scusa si nasconde l’idea che cambiare sia da egoiste. Come mai?
Perché per cambiare dobbiamo ascoltarci, mettere al centro noi stesse e i nostri bisogni, modificare lo stato delle cose e questo potrebbe avere ricadute importanti anche su chi ci sta intorno, non solo su di noi.
Inoltre, non siamo abituate a distinguere gli obiettivi che siano buoni per noi da ciò che pensiamo ci si aspetti da noi (o da obiettivi che ci sembrano giusti secondo il “senso comune”), per questo difficilmente ci ascoltiamo e quando pensiamo di agire un cambiamento nella nostra vita veniamo assalite da dubbi e domande.
Farò la cosa giusta (per gli altri)? Mi criticheranno? Mi giudicheranno? Mi stimeranno ancora? Mi vorranno ancora?
L’antidoto a questa scusa: lo trovi nei miei post sull’importanza di riconoscere i tuoi bisogni, stabilire i tuoi confini e accettare che non puoi piacere a tutti!
6. Non è il momento: secondo questa scusa, le nostre scelte devono seguire una direzione lineare e uguale per tutte in cui ogni passo è propedeutico al successivo.
Hai presente la credenza per cui prima ti laurei, poi trovi un lavoro, poi ti sposi, poi fai un figlio e così via?
In realtà la nostra vita ci porta dal punto A al punto Z percorrendo una via che tutto è tranne che dritta, ma piena di curve, deviazioni e grovigli.
E spesso questo significa che il cambiamento è dietro l’angolo, accade quando meno te lo aspetti o che sovente ti ritrovi a prendere una decisione che non avevi programmato o per cui non pensavi ci fossero le condizioni adatte fino al giorno prima.
L’antidoto a questa scusa: se aspetti che ci siano tutte le condizioni per farlo è un po’ come pretendere di essere pronta al 100% prima di agire (ti sto anticipando l’ultima scusa!) e questo potrebbe non succedere, non solo perché nella vita qualcosa ti sfuggirà sempre, ma anche perché è facile mettere in atto atteggiamenti auto sabotanti quando si ha paura di agire, come procrastinare o mettere in pista così tante iniziative da non riuscire a concluderne nessuna.
Quindi, ascoltati per scegliere il momento giusto per te, scendendo a patti con le condizioni che è ragionevole predisporre per agire e riconoscendo quando invece sono le paure a bloccarti.
7. Non ce la farò mai: quando si tratta di perseguire i nostri sogni o anche solo di prendere una decisione difficile, può succedere che la scarsa fiducia in noi stesse faccia capolino, convincendoci che non ce la faremo mai.
Ma, se la lasciamo fare, questa vocetta potrebbe diventare paralizzante e giocarci brutti scherzi.
L’antidoto a questa scusa: impara a riconoscere che stai facendo del tuo meglio e che comunque andrà ti impegnerai al massimo per far funzionare le cose.
Concediti di sbagliare, di non riuscire a fare tutto al primo colpo, di arrivarci per gradi.
Togli il “non” e il “mai” dalla tua frase e sostituiscili con “Ce la farò a modo mio e con i tempi che andranno bene per me”.
8. Non sono pronta: questa è la mia preferita! Nessuna di noi si sentirà mai pronta abbastanza per fare qualsiasi cosa.
Quanti corsi dovremo ancora fare per sentirci preparate?
E quante volte dovremo rivedere il nostro progetto prima di prendere il coraggio e presentarlo al cliente?
Se vuoi approfondire questa scusa, leggi anche il mio post “Tu scegli il coraggio o la perfezione?”!
L’antidoto a questa scusa: l’unica soluzione a questa scusa è iniziare! E come, si dice, farlo quando si è pronte all’80%, senza aspettare di esserlo al 100%! Non ci sono scuse, per arrivare dove vuoi devi fare il primo passo, poi il secondo e a seguire tutti gli altri.
Ma se non inizi, è certo che non arriverai mai!
9. Non ho tempo: per andare in palestra, per fare una passeggiata, per leggere, per coltivare un hobby, per guardare gli annunci di lavoro, rifare il curriculum o imparare una nuova lingua.
Eppure, in tutta onestà, se osservassimo le nostre giornate noteremmo di avere un sacco di tempo che “sprechiamo” in attività poco utili per la nostra vita e che non ci stanno davvero a cuore.
Quante volte ci ritroviamo a perdere tempo sui social o a navigare in rete senza un obiettivo preciso?
Quante ore sprechiamo a lamentarci di qualcosa che non ci va bene al posto di fare il primo passo per modificarla?
E vogliamo parlare di quanti minuti passiamo a fare zapping la sera, anziché andare a dormire e riposare quella mezz’ora in più?
L’antidoto a questa scusa: le mie guru di produttività dicono che se vuoi fare qualcosa, il tempo lo trovi.
Io sono completamente d’accordo.
Avere il tempo per realizzare ciò che vuoi è un atto di coraggio, di responsabilità, è una scelta.
Riconosco che sia una scelta scomoda, perché passare tempo sui social o a guardare la tv è sicuramente più comodo e confortevole che studiare, mandare la propria candidatura per un lavoro o andare a fare una corsa per rigenerarsi.
Ma di nuovo, è tutta una questione di priorità e, a mio parere, di onestà con noi stesse.
Quale abitudine sei disposta a cambiare per risparmiare il tempo che ti serve? Cosa sei pronta a sacrificare per avere un’ora in più al giorno da dedicare a ciò che vuoi davvero?
E soprattutto: come sarà la tua vita tra cinque anni se continuerai a raccontarti queste scuse e non farai il primo passo?
Ti sei mai detta qualcuna di queste scuse (o anche tutte)?
Ti hanno condizionato e hanno influenzato le tue scelte o sei riuscita a superarle?
Se ti va di condividere con me la tua esperienza, lasciami un commento o scrivimi a patrizia@patriziarcadi.it
E se invece vuoi scoprire come riconoscere le scuse che ti racconti e liberartene, regalati una sessione conoscitiva per parlarmene e sapere tutto del mio approccio e del percorso di coaching “Accogli chi sei”: è gratis e senza impegno!
A presto!
Patrizia