Lettera a Babbo Natale
Da bambina, quando dovevo scrivere la letterina per Babbo Natale andava più o meno così: aprivo il catalogo del negozio di giocattoli e accessori vari per bambini, mettevo una X accanto a ciò che desideravo, consegnavo il catalogo a mia zia, la quale – avendo un contatto diretto e privilegiato con Babbo – faceva da ambasciatrice dei miei desiderata con lui.
Puntualmente, la notte di Natale non arrivava tutto ciò che avevo richiesto: io lo sapevo, faceva parte del gioco e anzi, il bello stava proprio lì.
Ogni anno attendevo quel momento con trepidante attesa chiedendomi cosa avrebbero scelto per me Babbo Natale e i suoi elfi in mezzo a tutti i regali che avevo chiesto.
Mi piaceva pensare che loro mi osservassero da lontano e mi conoscessero a tal punto da sapere cosa desideravo davvero in fondo al cuore: in mezzo ai tanti giochi che con la mia proverbiale indecisione di allora avevo indicato, loro avrebbero sicuramente capito cosa volevo in realtà e mi avrebbero fatto trovare il dono giusto sotto l’albero.
Mia zia aveva il contatto diretto con Babbo Natale, è vero, ma tra me e lui c’era un filo invisibile che permetteva al mio idolo di leggermi nel cuore e saperne anche più di me in fatto di miei desideri!
Lui sì che mi conosceva bene!
Anche perchè, al di là del momento materialistico, c’era tutta un’altra serie di desideri più intimi che esprimevo rivolgendomi direttamente a lui e che a mia zia mi guardavo bene dal dire: che la mia amica tornasse a parlarmi dopo una lite, che i miei compagni di classe non mi guardassero male quando prendevo un bel voto, che mia sorella volesse giocare con me, che mio fratello smettesse di fare i dispetti, che le persone che amavo non litigassero più.
Insomma, in fondo al cuore c’era tanto non detto che però, ero certa, Babbo Natale avrebbe saputo cogliere e far avverare.
Non ricordo con precisione quando iniziò questa tradizione, nè quando finì, certo è che se esistesse un grande catalogo dei desideri umani, vorrei tanto poter mettere una X e avere, ora come allora, la spensierata convinzione che ogni mio volere si potesse realizzare.
A differenza di allora, oggi non ho paura di esprimere i miei desideri ad alta voce e sono ben consapevole di avere voce in capitolo rispetto alla realizzazione di una buona parte di ciò che desidero.
E chi ci crede???
Non mi hanno mai detto apertamente “Babbo Natale non esiste!”, forse è per questo che ancora oggi ci credo a modo mio: credo nella magia delle tradizioni, nella forza dei desideri e dei sogni, nell’importanza di saper sperare, nella crucialità del saper capire cosa vogliamo, nella sacralità del saper scegliere cosa chiedere, nel senso dell’attesa e della fiducia.
Conservo dentro di me quel desiderio e quella capacità di formulare i miei desideri, di sognare a occhi aperti, di credere che si possano realizzare e di chiedere che succeda.
Con un’unica differenza rispetto a quando ero bambina: oggi so che ciò che voglio per me non arriverà a meno che non sia io a muovere (almeno) un passo, che ciò che desidero dipende molto dalle mie responsabilità.
Non attendo inerme e immobile che i sogni diventino realtà: faccio di tutto perchè questo accada e l’attesa oggi assume una connotazione diversa.
Significa saper aspettare il momento giusto per agire e parlare, lasciare spazio alla contemplazione di ciò che c’è, lasciare che la semina dia i suoi frutti e saperli cogliere al momento giusto.
L’attesa non mi provoca più disagio, non ho più bisogno di riempire quel vuoto a ogni costo: fa parte del gioco dei desideri che si esprimono e che devono avere il tempo giusto per maturare e diventare progetti e azioni concrete.
Ognuno di noi ha nel cuore delle richieste che non osa esprimere, che non osa dire ad alta voce nemmeno a se stesso, ma se le lasceremo lì sarà davvero difficile che possano avere la speranza di realizzarsi.
Ecco perchè impugnare una penna e scrivere i propri desideri nero su bianco può essere un modo molto potente per fare quel primo passo, per chiarire a noi stesse cosa conta per noi, cosa vogliamo, cosa desideriamo ardentemente e cosa ci meritiamo di ottenere.
Perchè scrivere a Babbo Natale da adulte è più che altro scrivere una lettera a noi stesse e alle nostre intenzioni.
E questo ci fa fare i conti con noi stesse, ci permette di conoscerci meglio e ci aiuta a focalizzarci su un concetto fondamentale: a differenza di quando eravamo piccole, saremo noi a dover far di tutto perché ciò che avremo scritto si avveri.
E tu, cosa scrivi nella tua lettera?
Se ti ho fatto venire voglia di prendere carta e penna e scrivere a Babbo Natale, ti lascio qualche consiglio per rendere questo momento speciale e conferirgli un’aurea di solennità che tu e i tuoi desideri meritate:
1. Scegli una bella penna e una bella carta da lettere.
2. Ritagliati un momento di silenzio e di solitudine, programmalo se serve!
3. Prima di metterti a scrivere, rimani in silenzio connessa al tuo respiro e per qualche minuto concentrati sulla sensazione di speranza e di fiducia. Prova a visualizzare queste sensazioni: che colore hanno? Che forma assumono? Dove le senti nel corpo?
4. Se senti una vocina che ti dice: “Sei ridicola!”, ricordati che la speranza, la fiducia e la tua motivazione sono molto più forti e convincenti di quella vocetta, quindi dirle gentilmente di accomodarsi fuori e procedi!
5. Focalizzati su ciò che è importante e prioritario per te in questo momento.
6. Metti a fuoco cosa desideri rispetto a ciò che più conta per te e scrivi tutto ciò che ti viene in mente, materiale o immateriale che sia.
7. Formula le tue richieste in positivo e riconnettiti alla sensazione di fiducia e speranza che hai richiamato poco prima mentre le scrivi.
8. Non darti limiti e scendi nei dettagli: non essere generica, i desideri amano la precisione!
Com’è andata? Sei riuscita a scrivere la tua lettera a Babbo Natale?
Non ti conosci abbastanza per mettere a fuoco ciò che desideri? Non sai cosa vuoi e vuoi fare chiarezza? Compila Compila il questionario di candidatura per lavorarci su con me con il percorso di coaching individuale Punti fermi!
Buona scrittura!
Un abbraccio,
Patrizia
Ph Eugenivy Reserv su Unsplash