Lettera alla me stessa del passato
La scrittura rappresenta uno strumento straordinariamente potente: scrivere a se stesse per esplorare il nostro mondo interiore e favorire la crescita personale.
Durante i percorsi di coaching, dedico sempre spazio a esercizi che coinvolgono la scrittura, preferibilmente a mano, come un atto di profonda consapevolezza. Questo perché scrivere di sé stessi ci aiuta a comprenderci a livelli profondi, consentendo di eliminare filtri che spesso si frappongono tra la nostra mente e le nostre emozioni: per affrontare le paure, per scardinare le proprie convinzioni e per mettere nero su bianco sogni e aspirazioni.
Scoprire l’essenza di te, attraverso le tue parole
Scrivere una lettera a se stesse rappresenta un esercizio straordinariamente potente, in quanto consente di guardarsi da una prospettiva differente, a seconda che si desideri rivolgere lo sguardo al passato, al presente o al futuro.
Se dovessi scrivere una lettera alla me stessa del passato, vorrei indirizzarla alla Patrizia trentenne. Questa lettera sarebbe un’esortazione, un invito a non credere più a ciò in cui ho tanto ingenuamente confidato.
Sarebbero righe piene di parole che avrei desiderato tanto sentirmi dire nel passato. Suggerimenti per una vita più serena e consapevole, provenienti da una versione più matura e avveduta di me stessa, consigli che desidererei custodire come un tesoro prezioso.
Questa lettera suonerebbe più o meno così:
Non credere nella ricerca della perfezione
Cara Patrizia,
Innanzitutto auguri, so che ti sei sposata il mese scorso!
Quando leggerai queste righe, sarai appena rientrata dal viaggio di nozze. Sono certa che ti starai affannando per recuperare tutto ciò che hai lasciato indietro in ufficio nelle ultime tre settimane e probabilmente ti starai sentendo in colpa per aver lasciato alle tue colleghe il lavoro da sbrigare.
Sei sempre stata fermamente convinta di dover fare le cose “per bene”, devi ammettere però che questo sfocia spesso nel perfezionismo e in un conseguente senso di insoddisfazione costante che pervade le tue giornate.
Non mandarmi a quel paese, non sono qui per farti la paternale. Ti conosco abbastanza per sapere che ogni osservazione ti sembra un rimprovero e ogni consiglio la conferma dei tuoi errori.
Consentimi però di scriverti le parole che avrei voluto sentirmi suggerire io dieci anni fa: lasciami godere del vantaggio di avere un paio di lustri più di te e accetta di sentirti dire cosa dovresti fare, una volta tanto!
Quando ti guardi intorno e le vite delle altre ti sembrano perfette o sicuramente migliori della tua per definizione, non crederci.
Non credere alle donne che ti sembrano fantastiche in tutto, quelle che non sbagliano mai, quelle a che appaiono perennemente felici e per cui “va sempre tutto bene”. Quelle che non hanno mai una giornata storta.
Non è possibile che vada sempre tutto bene, non succede nemmeno nei cartoni animati, figuriamoci nella vita reale.
Non credere alle coppie che ti dicono che vanno sempre d’accordo e sotto il cui cielo non piove mai. Tutti abbiamo alti e bassi, solo non tutti siamo in grado di mostrarli e molti, anche quelli con cui sei più in confidenza, preferiscono lavarsi i panni sporchi in casa o semplicemente non ammetterebbero mai che non è tutto rose e fiori.
Non credere alle case sempre in ordine, perfettamente pulite e linde. Ognuna di noi ha un cassetto delle vergogne o un ripostiglio che non mostrerebbe nemmeno a sua madre (anzi, soprattutto a sua madre!).
Non credere alle donne che dichiarano di essere ottime madri, compagne continuamente attente e presenti, professioniste sempre sul pezzo, casalinghe precise, cuoche provette.
E magari anche simpatiche, belle, in forma, brave, divertenti, brillanti, con la battuta pronta e il sorriso smagliante sempre stampato in faccia.
Tutte noi abbiamo punti deboli, anche più d’uno per fortuna, così come tutte noi siamo brave in alcune cose e meno capaci in altre (di cui magari non ci importa nemmeno!).
E se un giorno diventerai madre e ti sentirai sempre inferiore alle altre che invece vedrai sempre più comprensive, ragionevoli, organizzate e in gamba di te, non ci credere.
Non cadere nella trappola del paragone da cui uscirai sempre sconfitta se non saprai guardarti per ciò che sei davvero.
Non credere alla sicurezza ostentata di quelle che ti smontano sempre ogni idea perché loro sì che sanno come funziona il mondo e cosa sia giusto fare. È solo un modo per mettere a tacere la loro insicurezza perché sì, hanno dei dubbi anche loro e molti di più di quelli che immagini.
Non credere di potercela fare sempre da sola solo perché avrai paura di mostrarti debole a chiedere aiuto.
Così come non credere che senza l’aiuto degli altri non ce la farai mai.
Farsi aiutare è un atto importante di umiltà e di coraggio, così come lo è riuscire a riconoscere le proprie capacità ed essere sicure di potercela fare.
Non credere alla collega perfettamente pronta e preparata, perennemente sul pezzo, che ha sempre voglia di andare in ufficio, a cui va sempre bene tutto.
È umana anche lei e quindi ha i suoi momenti no come tutti, solo che se li tiene per sé.
Non credere alle famiglie modello, a quelle da “mulino bianco” che non mostrano mai turbolenze o disaccordi, i cui figli sono bambini prodigio sempre bravi, educati, posati, con i voti più alti degli altri e il comportamento migliore.
E soprattutto, non credere alla perfezione a ogni costo, quella che ti fa pretendere sempre di più da te stessa, anche oltre alla ragionevolezza, quella che ti dà motivo per pensare di non essere abbastanza, di non andare mai bene, di non essere mai davvero arrivata.
Quella sensazione per cui ti senti costantemente in sfida e sotto pressione, senza alcuna soluzione di continuità, senza nessuna possibilità di sottrarti a ciò che ti fa sentire sopraffatta e sempre in rincorsa.
Guardiamoci in faccia, siamo noi a pretendere questo da noi stesse, a sottoporci a questa fatica e a quella che oserei definire tortura.
A pensare di star gareggiando con chi ci sta intorno, quando in realtà le uniche persone con cui siamo in competizione siamo noi.
O meglio quella visione ideale di noi che ci siamo cucite addosso, attaccata come un’etichetta che ci aderisce che nemmeno la colla permanente.
Non credere alla perfezione, soprattutto non credere che possa essere l’unica via percorribile per la felicità.
Niente donne perfette, per favore!
Se non vorrai ascoltare me, Patrizia, sono sicura che non lascerai passare inosservati i consigli di una delle tue scrittrici preferite, che sottolineava l’importanza di allontanarsi dal conformismo e prendere coscienza dei propri talenti e limiti, per conoscere se stesse in profondità e affermare la propria individualità.
Niente perfezione, quindi.
- Credi piuttosto nel tuo modo di essere, nel tuo istinto e nel tuo intuito. Nella tua capacità di sapere cosa vuoi e cosa è meglio per te.
- Credi nel tuo corpo e nel suo linguaggio, credi nelle tue emozioni e nella loro capacità di parlarti e di farsi capire.
- Credi nei tuoi sogni e nei tuoi desideri, nei tuoi progetti e nelle tue scelte.
- Credi nelle tue capacità, nell’impegno e nella forza di cui disponi per raggiungere i tuoi obiettivi.
- Credi nella speranza e credi anche nella delusione, credi in ciò che senti e anche nel dubbio.
- Credi alla felicità e anche alla fatica, ai momenti alti e a quelli bassi.
- Coltiva il senso critico, la fiducia in te stessa, la propensione a mettere in discussione ciò che in apparenza sembra brillare come l’oro e l’attitudine a farti domande (su tutte: “Cosa voglio io? Cosa va bene per me?).
E infine, impara a perdonarti, a concederti di sbagliare, di poterti mostrare debole, affaticata, vulnerabile.
Datti il permesso di chiedere aiuto e, soprattutto, impara a volerti bene!
Vedrai che non te ne pentirai. Ci vediamo tra dieci anni!
Con affetto, la versione quarantenne di te.
Se ti chiedessi di scrivere una lettera alla te bambina, cosa scriveresti al suo interno?
Saresti in grado di comprendere quale lettera potresti scriverti e quali consigli potresti darti con saggezza?
Se vuoi mettere a fuoco ciò che conta per te e quale aspetto della tua vita ha bisogno di consapevolezza e attenzione in questo momento, Compila il questionario di candidatura per lavorarci su con me con il percorso di coaching individuale Punti fermi!
Ti affiancherò nel mettere a fuoco ciò che conta per te e a dargli valore!
Ti aspetto!
Patrizia
Domande frequenti:
Che benefici può portare scrivere una lettera a se stessi del passato?
Che benefici può portare scrivere una lettera a se stessi del passato?
Scrivere una lettera a se stessi del passato può portare benefici straordinari. Ti permette di riconnetterti con i tuoi sentimenti passati, di prendere consapevolezza dei tuoi cambiamenti e delle tue esperienze. È un atto di amore verso te stessa, che ti aiuta a liberarti da paure e convinzioni limitanti, donandoti la forza di affrontare il presente con più serenità e fiducia.
Come evitare il perfezionismo e l’insoddisfazione costante nella vita di tutti i giorni?
È fondamentale abbracciare l’imperfezione come un dono prezioso. Come ho spiegato nei miei articoli “I Doni dell’Imperfezione” e “A Te che Vuoi Sentirti Soddisfatta della Tua Vita“, bisogna imparare ad accettare i nostri limiti e a valorizzare i piccoli successi quotidiani. Dobbiamo imparare a concederci il permesso di sbagliare e di essere umane, senza aspettarci la perfezione in tutto ciò che facciamo. Accogliendo la nostra imperfezione, possiamo vivere una vita più autentica e soddisfacente, lasciandoci spazio per crescere, imparare e accogliere la bellezza della vita nella sua pienezza.
Come gestire i momenti di confronto con le vite apparentemente perfette degli altri?
Per gestire i momenti di confronto con le vite apparentemente perfette degli altri, è fondamentale imparare a stare bene con se stessi. Come ho discusso nell’articolo “Impara a Star Bene con Te Stessa per Star Bene con Gli Altri“, dobbiamo smettere di paragonarci agli altri e concentrarci sul nostro percorso personale. Accettando e amando chi siamo veramente, possiamo liberarci dalla trappola del confronto e apprezzare la nostra unicità. È importante ricordare che ciò che appare perfetto all’esterno potrebbe nascondere sfide e difficoltà, quindi è meglio concentrarsi sulla nostra crescita interiore e sulla nostra felicità senza lasciarci influenzare dalle apparenze degli altri.
Come imparare a chiedere aiuto senza sentirsi debole?
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un segno di fiducia in noi stessi e negli altri. È una dimostrazione di autenticità e di apertura verso la possibilità di crescita e cambiamento. Accogliendo il bisogno di supporto, possiamo arricchire le nostre relazioni e superare le sfide con maggiore resilienza. Come ho esplorato nell’articolo “Quanto Coraggio Ci Vuole a Chiedere Aiuto?“, riconoscere la nostra vulnerabilità e la nostra umanità è un atto di grande forza interiore.
Quali sono i modi per sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità?
Come ho esplorato nei miei articoli “La Paura di non Essere All’Altezza delle Aspettative” e “Cosa Significa ‘Avere il Coraggio di Essere Te Stessa’?“, dobbiamo riconoscere i nostri timori e accettarli come parte del nostro percorso di crescita. Il primo passo è abbandonare il confronto con gli altri e concentrarci su noi stessi, accogliendo i nostri punti di forza e le nostre debolezze con compassione. Coltivare una visione positiva di sé stessi, praticare l’autocompassione e impegnarsi in azioni concrete per raggiungere i propri obiettivi ci aiuteranno a costruire una fiducia autentica e duratura in noi stessi.
Come affrontare il paragone con colleghi o amici che sembrano sempre al top?
Per affrontare il paragone con colleghi o amici che sembrano sempre al top, è fondamentale esplorare come affrontare il perfezionismo e il critico interiore. Come ho trattato nei miei articoli “Affrontare la Ripresa Lavorativa quando Hai a Che Fare con Perfezionismo e Critico Interiore” e “Scopri gli ‘Inganni della Mente’ che Condizionano le Tue Scelte“, dobbiamo smettere di autovalutare la nostra autostima in base al confronto con gli altri. Concentrandoci sul nostro percorso e accettando i nostri punti di forza e di crescita, possiamo liberarci dall’illusione di dover essere sempre al top e abbracciare la nostra unicità. Invece di essere influenzati dagli standard esterni, dobbiamo ascoltare le nostre esigenze e seguire il nostro cuore per raggiungere una maggiore serenità e soddisfazione.
Quali sono i passi per imparare a perdonarsi e a volersi bene?
Per perdonarsi e volersi bene, occorre praticare l’autocompassione, imparare dai fallimenti e valorizzare i successi. Coltivare interessi, stabilire confini sani e cercare il supporto di persone di fiducia sono passi fondamentali. Per ulteriori approfondimenti, ti invito a leggere l’articolo “Come Prendersi Cura di Sé” sul mio sito. Troverai preziosi consigli per amare te stessa e vivere una vita più appagante e felice.
Cosa fare se si sente di non essere mai abbastanza, anche di fronte agli obiettivi raggiunti?
Se ti senti di non essere mai abbastanza, anche di fronte agli obiettivi raggiunti, ti invito a leggere gli articoli “Non Ti Senti ‘Abbasta’? Leggi Qui!“, “Tu Sei Abbastanza. Soprattutto in Questo Momento.“, “Vivere con la Sindrome dell’Impostore” e “Come Far Pace con la Sindrome dell’Impostore“. Troverai preziose riflessioni e strategie per superare questa sensazione di inadeguatezza. Impara a riconoscere il tuo valore intrinseco e ad apprezzare i tuoi successi, anche quelli più piccoli. Affronta la sindrome dell’impostore con consapevolezza e compassione verso te stessa. Ricorda che sei più che sufficiente e che meriti di sentirti realizzata e soddisfatta della tua crescita e dei tuoi traguardi.
Quali sono le strategie per sviluppare una maggiore autostima?
Per sviluppare una maggiore autostima, puoi seguire le strategie descritte nei seguenti articoli: “I Sei Pilastri dell’Autostima“, “Tre Mosse per Allenare la Responsabilità e Ritrovare l’Autostima” e “Impara a Dire No per Migliorare la Tua Autostima“. Esplora i sei pilastri fondamentali per costruire una sana autostima. Allenati a prenderti responsabilità delle tue azioni per rafforzare la fiducia in te stesso. Impara a porre limiti sani dicendo no quando necessario, per proteggere il tuo benessere emotivo. Con dedizione e amore verso te stessa, vedrai crescere la tua autostima e sentirai una maggiore sicurezza.
Come si può essere felici senza cercare la perfezione?
Per essere felici senza cercare la perfezione, è essenziale abbracciare la nostra imperfezione. Come ho spiegato nell’articolo “Essere Imperfette: La Chiave per la Felicità“, dobbiamo liberarci dal bisogno di essere perfette in ogni aspetto della nostra vita. Accettare i nostri limiti e accogliere i momenti di vulnerabilità ci permette di vivere con maggiore autenticità e gioia. Concentrarsi sulle nostre conquiste, apprezzare i piccoli momenti di felicità e praticare l’autocompassione ci aiuterà a trovare la vera felicità, indipendentemente da quanto possiamo sembrare perfetti agli occhi degli altri.
Quali sono i primi passi per iniziare un percorso di auto conoscenza attraverso la scrittura?
Inizia questo viaggio di autoconoscenza attraverso la magia della scrittura. Trova un luogo tranquillo, prendi carta e penna, e lascia che le parole fluiscano dal cuore senza censure. Scrivi di te, delle tue emozioni, dei tuoi desideri più autentici. Abbraccia la tua imperfezione con dolcezza e scopri la bellezza di ciò che sei davvero.
Se senti il desiderio di esplorare ciò che conta veramente per te e di dare valore alla tua vita, ti invito a compilare il questionario conoscitivo per una sessione intensiva di coaching con me: insieme metteremo a fuoco il cammino verso la tua crescita e realizzazione. Sono qui per te, pronta ad accompagnarti in questa meravigliosa avventura di autoconoscenza. Ti aspetto con il cuore aperto e un sorriso sincero. Patrizia.