SOS senso di colpa: tre strategie per liberartene.
Uno dei pesi che trasciniamo e che non ci permette di vivere una vita leggera, nè di sentirci libere di essere noi stesse è il senso di colpa.
Ci sentiamo in colpa a dire ciò che pensiamo e ci sentiamo in colpa a non farlo, ci sentiamo in colpa a rimanere più a lungo in ufficio e ci sentiamo così anche se al capo diciamo no.
Ci colpevolizziamo se mandiamo nostro figlio al nido per rientrare al lavoro, lo facciamo quando saltiamo la visita settimanale ai nostri genitori, quando ci stendiamo sul divano a riposare o quando mangiamo un gelato.
A volte riusciamo a conviverci e a tenerlo a bada, altre invece gli permettiamo di rovinarci i momenti belli della vita (sentendoci poi in colpa per non esserceli goduti!): il senso di colpa può impattare così tanto sul nostro benessere e sul nostro equilibrio che può valere la pena provare ad attuare qualche strategia per liberarsene.
Prima di iniziare, facciamo un piccolo test: quanti sono i momenti belli della vita che non ti sei goduta – o non ti stai godendo – per senso di colpa?
Prova a completare questa frase: “Se non mi sentissi in colpa, io….”
Lascia scorrere la penna e butta già tutto ciò che ti viene in mente. Poi rileggi la lista: cosa ti salta all’occhio?
A quante cose stai rinunciando per il senso di colpa?
Il senso di colpa costante, oltre a minare il tuo benessere, influenza negativamente anche la tua autostima: sentirti costanemente in difetto, accusarti per qualsiasi cosa, non perdonarti ti fa sentire sempre più inadeguata e sicuramente non alimenta la fiducia in te stessa. Tutt’altro!
Lasciar andare il senso di colpa: tre strategie
Esistono diverse strategie per liberarsi del senso di colpa, oggi ne vediamo insieme tre:
1. La prima è sostituire il termine colpa con il concetto responsabilità.
2. La seconda è distinguere la colpa oggettiva dalla colpa soggettiva, individuando le regole autoimposte a cui ci imponiamo di aderire, pena sentirci in colpa.
3. La terza è comprendere che la nostra felicità/infelicità dipende da noi e da nessun altro (e così vale anche per quella degli altri).
1. Da colpa a responsabilità
Quando ci sentiamo in colpa per ogni cosa, ciò che stiamo facendo in realtà è esercitare una forma di controllo.
Sulla relazione con gli altri, sul modo in cui devono andare le cose, su come si devono sentire gli altri e così via.
Avere la certezza che gli altri staranno male (o bene) a causa nostra nega una verità sacrosanta, ovvero che ciascuno di noi è responsabile delle proprie scelte e del proprio vissuto.
Colpevolizzarsi è una forma di controllo perchè nega il libero arbitrio degli altri e la loro responsabilità nel concorrere a raggiungere il proprio benessere.
Questo vale anche al contrario: colpevolizzare gli altri significa spostare il peso delle scelte e del nostro vissuto da noi stesse (e dalla nostra responsabilità) a loro.
Infatti, quando diciamo “Mi fai stare male” stiamo attribuendo all’altro il potere di decidere come stiamo e ciò che proviamo, di fatto deresponsabilizzandoci.
Come scrivevo anche nell’articolo “Tre mosse per allenare la responsabilità“, c’è una bella differenza tra il concetto di colpa e quello di responsabilità.
Essere responsabili non significa essere colpevoli, tutt’altro. Vuol dire passare dal concetto di colpa a quello di responsabilità, dalla passività all’azione, dal “Tutto mi è dovuto e se non me lo date non mi rendete felice” a “Cosa posso fare io per essere felice?”.
Prova così:
1- Fai un elenco delle situazioni in cui sono coinvolte altre persone e per cui ti colpevolizzi maggiormente.
2- Per ogni situazione prova a chiederti: “Dandomi la colpa, in che cosa sto togliendo all’altro la facoltà di decidere? Qual è la responsabilità dell’altro che sto negando?“
3- A questo punto, per ogni situazione in cui ti colpevolizzi, sostituisci la tua colpa con la responsabilità dell’altro.
Ad esempio, se ti senti in colpa perchè sei pensierosa e di malumore e per questo temi di far impensierire anche la persona che sta con te, prova a chiederti: “Qual è la sua responsablità in questa situazione? Quali decisioni è libero di prendere per contribuire al proprio benessere?“
2. Colpa oggettiva o soggettiva?
C’è una bella differenza tra il senso di colpa oggettivo (quello che deriva da un torto agli altri reale, effettivamente perpetrato con intenzione o comunque con un gesto accertabile obiettivamente) e quello soggettivo (che sorge invece anche quando non abbiamo infranto alcuna regola, se non quelle che ci auto imponiamo, come ad esempio quando ci stendiamo sul divano a riposare mentre riteniamo che dovremmo pensare sempre prima al dovere e poi al riposo!).
Imparare a distinguerli è fondamente per riuscire ad assumersi le responsabilità delle proprie azioni e delle loro conseguenze e, al contempo, limitare quel senso di colpa soggettivo che ci attanaglia e ci rovina la vita.
Prova così:
1- Scrivi tutti i tuoi obblighi, tutte le regole che ti imponi di rispettare
2- Per ciascuno chiediti da dove deriva questo obbligo, se è tuo o di qualcun altro e se è un obbligo effettivo o che tu presumi di avere.
3- A questo punto passa in rassegna le colpe che pensi di avere e chiediti se si tratta di colpe reali o soggettive, che quindi derivano dall’aver infranto le regole auto imposte.
4- Infine, passa al setaccio i tuoi obblighi auto imposti e chiediti quali scegli di mantenere (che quindi diventano dei voglio e non più dei devo) e quali invece sei disposta a lasciar andare.
3. La tua felicità è affar tuo
Questo punto fa il paio con il primo.
Il senso di colpa è molto spesso legato alla nostra convinzione di fare la felicità (o l’infelicità) degli altri e che – di contro – gli altri possano determinare la nostra.
La realtà è che non sono le persone o le situazioni in sé a renderci felici/infelici, a metterci a nostro agio/disagio, ma è il nostro vissuto (pensieri ed emozioni) a farlo.
Di nuovo, come scrivevo nel post “Tre mosse per allenare la tua responsabilità”, nessuno è responsabile della tua felicità, nè tu lo sei di quella degli altri.
E questo è uno dei nostri poteri più grandi: quello di scegliere in libertà ciò che va bene o non va bene per sè.
Di sentirsi veramente libere di essere se stesse e di fare le proprie scelte.
Un potere che si fonda sul diritto di ciascuno a essere felice e di realizzare i propri desideri facendo tutto ciò che è in suo potere fare senza aspettarsi o pretendere nulla dagli altri.
E questa libertà ci affranca anche dal peso di fare la felicità o l’infelicità degli altri.
Prova così:
1- Elenca le situazioni in cui pensi di essere infelice (insoddisfatta) a causa degli altri
2- Trasforma ogni frase che inizia con “Mi fai sentire, a causa tua mi sono sentita ecc” in “Io mi sento/mi sono sentita..”
3- Accanto a ciascuno scrivi quali sono le azioni che potresti fare tu per non sentirti così: quali sono le tue responsabilità?
4- Completa quindi scrivendo cosa scegli di fare in quella situazione per sentirti meglio.
Vuoi imparare anche tu a smettere di sentirti in colpa e a passare a un senso di responsabilità della tua vita?
Compila questo questionario per parlarmi di te e candidarti a lavorarci su insieme, ti risponderò dandoti il mio feedback e ci confronteremo sul percorso più adatto a te!
A presto!
Patrizia
Ph Ian Keefe/Unsplash