Parola di donna nel tempo dell’attesa
In queste ultime settimane la quantità di donne che ha chiesto di avere una sessione conoscitiva con me è aumentata rispetto ai mesi scorsi.
Donne con esigenze diverse fra loro e, al tempo stesso, con qualcosa in comune: condividere le loro necessità con me e capire come potersene prendere cura con il coaching in questo momento così particolare.
Di alcune ho colto il bisogno di rimettersi al centro, occuparsi di sè, magari perdonandosi per non riuscire a fare tutto e poi ritagliarsi tempi e spazi per sè, consapevoli che questo sia l’unico modo per potersi curare anche di chi hanno intorno.
Di altre ho riconosciuto il bisogno di riconoscere le proprie risorse e capire come utilizzarle, perché nella difficoltà si sentono chiamate a reinventarsi professionalmente e personalmente e vogliono farlo con maggiore sicurezza in se stesse.
Altre ancora hanno realizzato che il tempo ora è dalla loro parte (e non necessariamente perchè ne abbiano di più, anzi, a volte è proprio il contrario), ma perché hanno la netta sensazione che la vita le stia invitando a concentrarsi di più su ciò che conta per loro.
E così ora iniziano a chiedersi “Nelle mie scelte, io dove sono?” e poi anche “Io cosa voglio fare?”, per prepararsi a tornare alla loro quotidianità con più presenza a se stesse e consapevolezza in ciò che fanno.
Donne che desiderano vivere questo momento sospeso come un’occasione per conoscere meglio se stesse al fine di migliorare anche le relazioni con gli altri, una volta che avranno ripreso la vita di tutti i giorni.
Donne, professioniste, a volte madri, che, soprattutto ora, hanno bisogno di accettare se stesse, i loro limiti, perdonarsi, essere più comprensive verso se stesse, proprio adesso che sono chiamate ancora di più a mantenere in equilibrio famiglia, lavoro, aspirazioni professionali e vita domestica in uno spazio in cui non esistono confini.
Parole che hanno il potere di trasformare
Parlare con loro mi ha confermato che noi donne siamo molto più consapevoli di quanto crediamo e che, nei momenti più difficili, sappiamo tirare fuori le risorse necessarie per risollevarci.
Anche quando questo significa ammettere di avere dei limiti e delle difficoltà, quando questo vuol dire chiedere aiuto per riuscire a realizzare ciò che desideriamo o, ancora, quando comporta toglierci la maschera della perfezione e del controllo, lavorare su noi stesse e poi ripartire con una fiducia ritrovata.
Ascoltarle mi ha anche dato la possibilità di ricordare loro come posso essere al loro fianco con il coaching, per aiutarle a soddisfare le loro necessità in questo momento:
- perdonarsi e accettare di non essere perfette, accettare i loro limiti, soprattutto in questo momento,
- riconoscere che vanno bene così come sono, che “loro sono molto più che abbastanza”, soprattutto ora,
- essere più comprensive con se stesse e riconoscere che va bene non essere all’altezza di tutto, soprattutto ora,
- vivere con più consapevezza ciò che accade, compiere con maggiore chiarezza le loro scelte, evitando di cadere in reazioni e meccanismi automatici,
- accettare ciò che non possiamo cambiare,
- darsi il permesso di rallentare e mollare la presa su ciò che ha bisogno di essere lasciato andare,
- mantenere la rotta, sentirti solide tanto da riuscire a dedicarsi a ciò che desiderano coltivare (progetti, desideri, obiettivi),
- allenare e adottare la flessibilità,
- riconoscere le risorse che possono aiutarle a reinventarsi, là dove occorre, e ad affrontare il loro “oggi” con sicurezza in se stesse,
- prendersi cura di sè, comprendere e ascoltare i loro bisogni, trovare un modo per soddisfarli.
Se ti riconosci in queste parole e se, mentre leggi senti qualcosa che ti richiama in particolare, parlamente e candidati per lavorare con me, cliccando qui.
A presto!
Patrizia
Ph felicia Buiten/Unsplash