Il coraggio di accettarsi
Questo post è dedicato a te che hai sempre pensato (temuto?) che accettarsi significasse rassegnarsi e accontentarsi: desidero che tu scopra che trovare il coraggio di accettarsi è possibile e che è solo accettando te stessa che potrai cambiare.
Perché, come diceva Carl Rogers, padre dalla psicologia Umanista: “Il curioso paradosso è che quando accetto me stesso come sono, allora posso cambiare.”
Ecco perché occorre il coraggio di accettarsi: perché non è possibile cambiare finché non accettiamo come siamo. Altrimenti, il cambiamento sarà dettato da motivazioni esterne e lontane da noi, anziché da ragioni profonde, presupposto necessario perché sia autentico e duraturo.
Avere coraggio di accettarsi permette di vivere l’esperienza della piena comprensione e accoglienza di ciò che si è e ciò che accade ed è un atto liberatorio, poiché permette di lasciar andare il senso di inadeguatezza e di insoddisfazione costante. Quella sgradevole sensazione di non essere abbastanza e che alla nostra vita manchi sempre qualcosa per essere felici.
Non accettarsi: le conseguenze
Nel suo libro “Il potere straordinario dell’accettazione totale”, Tara Brach – esperta di salute mentale – sostiene che una vita passata all’insegna della mancanza di accettazione, conduca a una sorta di “trance dell’inadeguatezza”.
Viviamo la nostra vita intrappolate nella convinzione di essere inadeguate, nel timore di essere rifiutate o disapprovate e – per questo motivo – non amate.
Riteniamo di non essere abbastanza, come se ci mancasse sempre qualcosa per essere amate dagli altri, per dimostrare di essere “giuste” e per questo meritevoli del loro sguardo e della loro approvazione.
Il nostro bisogno di appartenenza, così, assume una dimensione faticosa e dolorosa, poiché è come se il fatto di essere sempre manchevoli di qualcosa e difettose non ci desse il permesso di sentirci mai davvero al nostro posto, come se non avessimo abbastanza valore da offire.
Ci incolpiamo perchè le nostre prestazioni non sono all’altezza della perfezione o, ancora, ci vergogniamo per la nostra natura vulnerabile e imperfetta.
in questo modo, la vicinanza con gli altri è un’esperienza in cui non ci sentiamo mai davvero al sicuro, perché avvicinarci davvero significherebbe rischiare di mostrare chi siamo davvero, così ci manteniamo a debita distanza cercando di compiacere sempre chi ci sta accanto, facendo saltare ogni paletto e confine, dicendo sempre sì, sacrificando noi stesse e i nostri bisogni.
E’ così che impariamo a essere donne super controllanti, che faticano a rilassarsi perché questo significherebbe abbassare la guardia e correre il rischio che le cose ci sfuggano di mano, incluse quelle che non sono sotto il nostro potere e la nostra responsabilità, come il pensiero altrui o la felicità di chi ci sta accanto.
Siamo sempre in allerta, rimuginiamo continuamente, ci concentriamo sulle nostre mancanze diventando i nostri critici peggiori e ci sentiamo insicure e incerte, capaci di provare un sollievo momentaneo solo quando otteniamo uno sguardo di approvazione e, di contro, pronte a sentirci fallite quando questo non accade.
Trovare il coraggio di accettarsi, quindi, significa trovare il coraggio di mettersi in gioco e cambiare questo modello, consacrato da anni di abitudini e atteggiamenti mentali. Vuol dire avere il coraggio di abbracciarsi e dirsi “Sì, vai bene così come sei.”
Come trovare coraggio di accettarsi
1. Trova la tua zona di sicurezza
Per trovare il coraggio è importante curarti del tuo bisogno di sicurezza: immagina quali sono le condizioni in cui ti senti al sicuro, le persone con cui senti a tuo agio per poter condividere chi sei e le tua fragilità.
Per riuscirci, inizia con queste domande:
- Cosa mi fa sentire davvero al sicuro?
- Cosa è in mio potere fare per curarmi del mio bisogno di sicurezza?
2. Prendi in considerazione il valore dell’autenticità
Se mostrarti cosìcome sei ti spaventa, potrebbe essere utile riconsiderare il valore dell’autenticità nei rapporti, prima di tutto in quello con te stessa.
Vivere un’esistenza autentica significa fare esperienza di una vita “vissuta nella consapevolezza della propria vocazione”, in accordo con la propria vera natura.
In greco, “authentikós” significa essere gli autori delle nostre vite e quidi protagoniste, agendo allineate alle proprie motivazioni profonde.
A partire da qui, prova a osservarti e a chiederti:
- Cosa ti ha convinta che essere autentica comporti il rischio di essere disapprovata?
- Quanta distanza genera da te stessa e dagli altri mettere da parte la tua autenticità?
- Cosa comporta non rimanere fedele a te stessa nella tua vita?
3. Chiediti cosa c’è di te che non vuoi vedere
Per accettare te stessa, è necessario prima fare un passaggio: riuscire a vederti davvero.
“Vederti” è un atto con cui riconosci chi sei, al di là di etichette, aspettative o giudizi: vuol dire dare una dimensione reale e una dignità di esistenza ai tuoi valori e bisogni, dando spazio a ciò che ti anima e ti caratterizza.
Vedere te stessa è l’anticamera dell’accettazione, perchè ti permette di considerarti nella tua totalità e interezza, nella tua natura ed essenza, imperfezioni e debolezze incluse.
4. Chiediti quali sono i tuoi modelli e in che modo ti stanno ingabbiando
Senza accorgertene, sei condizionata da convinzioni e pregiudizi, che si trasformano nel modo in cui dovrebbero andare le cose, in come ritieni di dover essere per apparire “giusta e apprezzabile”.
Cosa pensi di dover fare per essere meritevole di approvazione? Cosa ti costringi a fare, tollerare, sacrificare, annullare di te, dei tuoi bisogni, delle tue prospettive, pur di aderire a questi modelli?
Scoprire questi aspetti di te ti permetterà di aprire gli occhi su ciò che ha condizionato le tue scelte fin qui, inclusa la tua visione di come dovresti apparire per ottenere accettazione dagli altri, rinunciando, di fatto all’accettazione profonda da parte della persona più importante della tua vita: te stessa.
5. Allena la connessione con te stessa
Impegnati a mantenere la connessione con te stessa, rimani in contatto con chi sei, organizzando, ad esempio, dei piccoli momenti di raccoglimento, delle occasioni in cui prendi un appuntamento tra te e te.
Può trattarsi di introdurre la meditazione come pratica di consapevolezza e di presenza a chi sei e alle tue emozioni, possono essere momenti di connessione con te stessa attraverso il journaling o degli appuntamenti in cui rimani sola con te stessa per stilare l’elenco di ciò che ti piace fare, delle tue passioni dei tuoi sogni.
Allenare la vicinanza a te stessa, ti permetterà di fare amicizia con te stessa, di prendere confidenza con chi sei, di entrare in contatto con la tua umanità e con la tua essenza.
In fondo, conoscersi è importante per imparare a fidarsi e la fiducia genera sicurezza e coraggio, non trovi anche tu?
Che ne dici? Ti senti abbastanza coraggiosa per accettare te stessa? Vuoi una mano per riuscirci? Compila il questionario che trovi qui per candidarti a lavorarci su insieme a me con il percorso di coaching Io ti vedo!
A presto,
Patrizia
Ph Pexels/Andrea Piacquadio