A te che vuoi sentirti soddisfatta della tua vita
Una delle questioni che mi vengono poste più di frequente è relativa al senso di insoddisfazione cronica per la propria vita.
Sulla carta abbiamo tutto ciò che ci servirebbe per essere felici, eppure, continuiamo a sentire quella frustrazione che non ci dà tregua.
O ancora, ad ogni risultato raggiunto, proviamo una piacevolezza e una soddisfazione fugaci, che vengono immediatamente rimpiazzati dall’insoddisfazione per altri aspetti a cui ancora non ci siamo dedicate, obiettivi che ancora non abbiamo realizzato o per qualcosa che avremmo potuto svolgere meglio o diversamente.
E’ possibile essere soddisfatte della propria vita?
Quante volte riesci a dirti “Brava!” e a sentirsi soddisfatta della tua vita, di te e di ciò che fai?
Quante invece sono le giornate in cui provi quel senso di inadeguatezza costante che non ti fa mai sentire all’altezza della situazione (che si tratti di una riunione, di un’uscita fra amici o di un incontro i clienti)?
Non essere mai contente della propria vita, essere accompagnate da una insoddisfazione cronica, tanto da considerarsi delle “eterne insoddisfatte” significa convivere con la sensazione che ci sia sempre qualcosa che non va, con la frustrazione di non avere mai pienamente ciò che si desidera, con dei “se” e dei “ma” che non permettono di godere a pieno delle proprie esperienze.
Questa insoddisfazione cronica può essere una vera e propria trappola, che ci convince di non essere e fare “abbastanza”, può minare la sicurezza e la fiducia in noi stesse e condizionare negativamente il modo con cui ci approcciamo alle situazioni personali e professionali.
Ad esempio, può farci rincorrere un obiettivo dopo l’altro, preda della convinzione che ci sarà sempre di meglio da fare per raggiungere la piena soddisfazione o, al contrario, farci sentire bloccate e impedirti di agire, perchè tanto tutto ciò che faremo non sarà mai sufficiente per sentirci felici.
Per sentirti soddisfatta di te e della tua vita, in questo articolo ti propongo qualche spunto che ti farà esercitare un po’ di compassione e benevolenza nei tuoi riguardi e che ti farà osservare la tua realtà da un altro punto di vista.
I passi verso la soddisfazione:
1. Fai chiarezza su chi sei e ciò che vuoi: l’insoddisfazione spesso trae origine dalla scarsa chiarezza su chi siamo e ciò che vogliamo davvero.
Avere la certezza su ciò che è importante per noi, quali sono i nostri bisogni, valori e i nostri desideri, quali aspirazioni vogliamo realizzare, è sicuramente un caposaldo non solo della stima di sé, ma anche della felicità e della soddisfazione della vita che riteniamo di meritare.
In fondo, prova a pensarci, come fai a realizzare ciò che desideri e a sentirti soddisfatta se non sai chi sei e ciò che vuoi?
2. Apprezza ciò che hai: l’insoddisfazione è legata a un senso di mancanza, di scarsità. Per sovvertire questa sensazione è possibile riconnetterti con un senso di pienezza e di appagamento: parti da ciò che hai, celebralo e sii grata per questo.
Come ti dicevo nell’articolo “Sette modi per allenare l’accettazione” e come ti invito a praticare con la scheda di self coaching per l’allenare l’accettazione, il consiglio non è di accontentarsi, bensì di prendere contatto con la tua realtà che non è fatta di “assenza”, ma di pienezza e gratificazione.
Questo ti permetterà di cambiare registro rispetto a un approccio negativo e pessimistico: concentrarti su ciò che hai può innescare l’abitudine a essere soddisfatta per le esperienze positive e gioirne. E questo farà spazio alle emozioni piacevoli e a una maggiore fiducia nella vita, nelle possibilità, in te stessa e nel tuo valore.
3. Riconosci i tuoi risultati: dare per scontati i risultati raggiunti ti porta a sminuirli e a rincorrerne immediatamente di nuovi.
Prova a vivere in modo diverso un risultato, un traguardo, un evento positivo: fermati a sancire l’importanza di quanto hai raggiunto e ottenuto attraverso un momento rituale, che gli dia riconoscimento, valore e reale soddisfazione.
Soltanto dopo riparti (se lo riterrai ancora opportuno).
Risultato nel risultato: questa pratica ti consentirà di dare ascolto al tuo bisogno di essere riconosciuta e apprezzata e di farlo praticando l’empatia con te stessa.
4. Sforzi, non solo risultati: ti fermi mai a pensare agli sforzi che fai, ai tentativi, alle cadute e risalite, al “mentre”?
Legare la tua soddisfazione solo al raggiungimento del risultato sperato distoglie la tua attenzione da tutto ciò che fai, con il rischio di rendere invisibili le tue fatiche ai tuoi occhi, dare scontato il processo, allorantanarti dal “qui e ora” e vivere proiettata in un tempo e una realtà che sono diversi dal presente, penalizzando la tua consapevolezza.
Riconnettiti con le emozioni mentre fai ciò che fai e ogni giorno prenditi qualche minuto di tempo per chiederti “Io dove sono in questo momento? Come mi fa sentire ciò che sto facendo? Cosa è importante per me di ciò che sto facendo ora?”.
5. Rivedi i tuoi obiettivi: concentrati su obiettivi più vicini nel tempo i cui risultati sono visibili giorno dopo giorno, osservabili nel qui e ora.
Proiettarsi sempre e solo verso obiettivi a lungo termine rischia di farti perdere di vista quanto di buono e grande fai ogni giorno (per dar seguito al punto precedente!).
Un esempio: “Tra cinque anni cambierò casa” può essere un bellissimo e importante obiettivo, a meno che non implichi che nei prossimi cinque anni tu coltivi l’insoddisfazione per la casa in cui vivi ora.
Quindi, tenendo fermo quello scopo a lungo raggio, come puoi crearti degli obiettivi di miglioramento a tua portata e quotidiani (o comunque a breve termine) per percepire appagamento e gratificazione in ciò che fai ora, sapendo che ogni giorno stai lavorando per un fine più ampio?
6. Individua le tue credenze e come ti portano a sentirti insoddisfatta:
“Se non hai ciò che desideri è perchè non stai facendo abbastanza“.
“Potresti fare di più”.
“Essere soddisfatta di ciò che hai vuol dire accontentarti e che non avrai mai più di così.”
“Mai accontentarsi.”
Questi sono solo alcuni dei pensieri limitanti con cui cresciamo e che in parte determinano la nostra tendenza all’insoddisfazione perenne.
Ne riconosci qualcuno? Ti lascio qualche domanda per scovarli!
- Quando hai imparato che “non basta mai!”?
- Quando sarà “abbastanza” per te?
- Cosa significa per te “soddisfazione di sé”?
- Cosa dovrebbe succedere perchè tu fossi soddisfatta di te?
- Qual è il film che ti proietti?
Se non succederà_______________ io non mi sentirò soddisfatta/all’altezza e questo me significa________________________ - Come sta condizionando la tua vita questa eterna scontentezza?
7. Crea il diario dei tuoi traguardi:
Ogni giorno su un quaderno scrivi ciò che ha funzionato o che è andato meglio di quanto avevi preventivato. Segna ogni piccolo progresso o traguardo che possa farti sentire grata e soddisfatta di te.
Non solo, condividi con qualcuno a te caro ciò che hai segnato e che ha funzionato. Ti aiuterà ad abbandonare la lamentela per ciò che invece non è andato come volevi e a impiegare le tue risorse e qualità per affrontare al meglio gli ostacoli e gli imprevisti.
8. Chi ha detto che devi fare fatica?
Se una cosa non ci viene facile, significa che non merita la nostra attenzione, che non possiamo sentirci soddisfatte per averla realizzata. Perchè la soddisfazione costa fatica.
Ma chi l’ha detto?
Se fino ad ora l’hai pensata così, chiediti come ti ha condizionato questa convinzione nella tua vita e inizia a concederti di goderti i risultati ottenuti senza sforzo!
9. Lascia andare il perfezionismo: se sei incontentabile, la prima cosa di cui liberarti è l‘ideale di perfezione irraggiungibile: ciò che sarà non potrà mai corrispondere alla realtà, proprio perchè è un’idea, un’immagine che tu hai creato.
Puntare a quell’immagine ideale è come condannarsi all’insoddisfazione perenne: per questo è importante riconoscere il modo in cui il perfezionismo ti sta bloccando per riuscire a liberararti delle sue trappole e concederti una vita all’insegna della soddisfazione di te.
10. Liberati del dualismo “tutto o niente”: questo pensiero genera i presupposti per l’insoddisfazione perchè divide e spacca la realtà con un taglio netto (successo/fallimento, perfezione/imperfezione, bianco/nero, giusto/sbagliato, ora/mai più) e non tiene conto dell’ampiezza di alternative e possibilità di cui invece è fatta.
Davvero vorresti ridurre la tua vita a queste uniche due opzioni?
Davvero saresti disposta a rinunciare a tutte le sfumature che ci sono in mezzo?
Inizia a contemplare che ci possano essere altre possibilità, prova così: pensa a una situazione per cui desideri raggiungere un certo obiettivo e disegna una scala con (almeno) 5 gradini.
Il gradino più alto è quello della soddisfazione piena, quello più basso dell’insoddisfazione totale.
Che nome dai agli altri gradini? Cosa succede su ciascuno di questi? Come ti sentiresti a stare su un piolo che non sia quello più alto o quello più basso?
Quali alternative esistono allo scenario in cui sei solita pensare che ci siano solo due poli opposti?
11. Sii consapevole di cosa generi intorno a te: il senso di insoddisfazione costante può essere davvero contagioso e generare in chi ti sta vicino un senso di frustrazione. E questo potrebbe portare le persone a concludere che l’unica via di comunicazione con te sia la lamentela costante o, peggio ancora, portarle ad allonanarsi da te.
Guardati intorno, ci sono persone con cui gli scambi sono basati esclusivamente sul senso comune di frustrazione, di scarsità e di mancanza?
E’ davvero così benefico coltivare le tue relazioni solo sulla base della condivisione dell’insoddisfazione?
C’è molto altro che puoi portare nei tuoi rapporti interpersonali, ci sono i tuoi doni, il tuo valore, le tue qualità con cui puoi contribuire alla vita degli altri.
Riparti da lì per liberare le tue relazioni dall’insoddisfazione!
12. Coltiva l’entusiasmo: se tendi a sentirti insoddisfatta per qualsiasi cosa, è molto probabile che tu fatichi a gioire o entusiasmarti per ciò che accade.
Coltivare l’entusiasmo può darti lo slancio per sentirti appagata e per svincolare la tua soddisfazione al solo raggiungimento di un obiettivo o all’ottenimento di ciò che vuoi.
Un suggerimento per farlo?
Stai a contatto con qualcuno o qualcosa che abbia la gioia come filosofia di vita.
Che siano bambini, amici ottimisti che vedono il bicchiere mezzo pieno, animali domestici.
Coltiva le tue passioni e relazioni costruttive, liberati di quelle tossiche che non ti permettono di evolvere.
E stai nella natura il più possibile: la contemplazione ti aiuterà a percepire un senso di appagamento e di meraviglia che ti daranno uno slancio verso la positività!
13. Identifica perchè lo fai (desiderio autentico o indotto?) e assumiti la responsabilità dei tuoi bisogni e della tua felicità: spesso ci sentiamo insoddisfatte perchè perseguiamo sogni che non sono nostri, soddisfiamo bisogni e aspettative di altri, agiamo in base a ciò che crediamo di “dover fare” e questo ci porta a non sentire quell’appagamento che dovremmo provare di fronte a un progetto realizzato.
Cerca di chiederti dove sei tu mentre fai ciò che fai e se stai agendo in virtù di ciò che credi importante o di una richiesta esterna (che sia la società, la famiglia, l’ambiente di lavoro, uno standard a cui pensi di dover aderire ecc).
Leggi questo articolo e anche questo per capire se agisci in risposta ai tuoi bisogni autentici!
14. Accetta le cose come sono: accettare ciò che è può aiutarti ad alleggerire e ridimensionare la situazione. A volte voler migliorare è solo accanimento o attaccamento a qualcosa, come ti spiego nel mio post “7 modi per allenare l’accettazione”.
15. Metti un freno al paragone: concentrati sul tuo cammino, sulle tue potenzialità e sui tuoi risultati, sui tuoi punti deboli e su quelli forti. Evita il confronto con gli altri che in questa fase potrebbe portarti a concentrarti solo sulle tue mancanze e alimentare la tua insoddisfazione.
Se proprio vuoi paragonarti, allora fallo con una precedente versione di te stessa e prendi atto di come sei cambiata dei passi avanti che hai fatto nel tempo.
Chi ha paura della felicità?
Cosa succederebbe se le cose andassero bene?
Se ottenessi i risultati sperati, anzi se ottenessi risultati brillanti?
Penseresti di meritare tutta quella soddisfazione?
Come vivresti quell’emozione? Riusciresti a godertela o ti sentiresti sopraffatta, quasi persa?
A volte l’insoddisfazione costante e la rincorsa continua a obiettivi sempre nuovi, sono sabotaggi che attiviamo proprio perchè temiamo ciò che accadrebbe se ce la facessimo: può succedere di temere così tanto uno scenario mai vissuto o comunque poco frequente o addirittura per noi irraggiungibile, come la felicità o la piena soddisfazione di sè, da boicottarlo in qualche modo.
Non solo: raggiungere quel risultato poi potrebbe implicare delle responsabilità, quelle di doverlo in qualche modo mantenere, di generare delle aspettative (da parte nostra e degli altri) per il futuro e questo forse sarebbe molto gravoso per noi, perchè allora sì che dovremmo misurarci con standard molto elevati.
Dietro alla mancanza di soddisfazione può celarsi la paura per il suo opposto: ci avresti mai pensato?
Facciamolo insieme!
Se ti riconosci in ciò che ho scritto e anche tu non riesci a goderti le cose e ti senti sempre insoddisfatta di te, puoi candidarti a lavorarci su con me con il percorso individuale Io ti vedo compilando il questionario che trovi qui!
A presto!
Un abbraccio,
Patrizia
Ph Timur Romanov su Unsplash