Non ti senti “abbastanza”? Leggi qui!
Una delle trappole del perfezionismo è la fastidiosa sensazione di non essere mai abbastanza.
Funziona più o meno così: chiediamo l’impossibile a noi stesse, in cerca di rassicurazione, in cerca di colmare la scarsa stima di noi, convinte che, se “lo faremo perfetto”, allora gli altri ci apprezzeranno e solo allora noi potremo tornare a credere in noi stesse.
Eppure è proprio quell’obiettivo di perfezione che ci siamo prefissate a portare in seno l’impossibilità di fare abbastanza per raggiungerlo.
A portarecon sè la certezza di poter trovare qualcosa che non vada bene, un errore che, in un colpo solo, ci faccia dimenticare tutti nostri sforzi e cancelli qualsiasi nostra azione.
Si tratta di una sfida che ha intrinseca nella sua natura l’impossibilità di farcela (perchè la perfezione non è una condizione tipica dell’essere umano, questo lo sai anche tu, vero?), eppure, l’inadeguatezza per non avercela fatta è solo causa nostra.
Perchè siamo noi ad essere difettose, a non aver fatto abbastanza, a non aver messo in campo abbastanza tanacia per farcela (forza, bravura, preparazione, attenzione, ogni volta ce n’è sempre una!).
La convinzione di non essere abbastanza si nutre della scarsa fiducia in te stessa, nei tuoi mezzi. Non tanto nella possibilità di fare tutto perfettamente, quanto nel credere di poter andare bene se ti “limiti” ad essere chi sei davvero.
E’ questa sfiducia che ti fa credere di dover essere qualcosa di diverso rispetto a ciò che sei davvero, perchè solo così potrai andare bene e sentire quell’apprezzamento e quel riconoscimento che tanto contano per te.
E sfidarti a fare l’impossibile, per quanto sembri paradossale, porta con sè un vantaggio: quello di continuare a farti credere di non valere e a mantenere le tue abitudini, così rassicuranti, per quanto faticose e scomode. Si tratta di una resistenza al cambiamento bella e buona, poichè la zona di comfort è il luogo in cui ci accomodiamo, in cui ci convinciamo di star bene, anche se in fondo sappiamo che non è così.
Solo che uscirne spaventa un po’ e non sapere come fare non è di certo rassicurante.
Ti torna almeno un po’?
In questo articolo ti racconto che non è credendo di non andare bene che recupererai la fiducia in te stessa e ti propongo alcune domande guida per riuscire a saltar fuori dalla trappola del non sentirti mai abbastanza!
1. Se lo senti e lo pensi non significa che sia vero
E se non fosse vero che non sei abbastanza?
Se non fosse reale che non sei all’altezza o che sei inadeguata.?
O che non vali?
Il fatto che tu lo pensi, non significa che sia così.
Si tratta di una convinzione e, come tale, può essere riconsiderata e riformulata.
Pensare che sia vero solo perchè lo credi tu ti porterà a sabotarti, ti impedirà di provare soddisfazione e di realizzare te stessa.
Ti spingerà a criticarti per qualsiasi piccolo errore o mancanza, ingigantendoli, confermando la scarsa stima che hai di te stessa.
Le domande guida per darci un taglio:
“Quali prove oggettive ho che sia davvero così?
Quali prove posso trovare, invece, che sia diverso da come la penso io?
Per quale cosa oggi, anche se piccola, posso darmi riconoscimento?“
Sono certa che avrai vissuto esperienze in cui ti sei stupita per un complimento, per un riconoscimento di qualcosa che hai fatto o di qualche tua qualità a cui tu invece non davi nessun valore. E forse ti sei anche sorpresa del fatto che gli altri potessero vedere qualcosa che per te era di poca importanza o addirttura scontata.
Ecco, riparti da lì!
2. Concentrati sul processo e non solo sul risultato
“Finalmente riesco a perseguire il processo senza necessariamente concentrarmi sul successo”
Giulia
Se sei abituata a concentrarti sul risultato e pretendi da te la perfezione, c’è il forte rischio che tu non riesca a fare almeno un paio di cose:
– goderti il “mentre”
– dare valore ai tuoi sforzi e ai piccoli traguardi che raggiungi mentre punti alla meta
Se misuri la soddisfazione di te e di quanto tu sia o faccia “abbastanza” con la pretesa di un risultato perfetto, non farai che alimentare la sensazione di non essere all’altezza della situazione.
E questo perchè non riconoscerai le fatiche e gli sforzi che avrai fatto durante il percorso, sminuendoli o dandoli per scontati.
E, così facendo, ti priverai di un’importante occasione per sentirti soddisfatta, per vedere il tuo contributo e i tuoi meriti, di riconoscerti importanza.
Le domande guida per darci un taglio:
“Qual è il contributo che io ho portato oggi nella mia vita e in quella degli altri?
“Qual è lo sforzo che ho fatto che, pur non portandomi al risultato sperato, posso darmi il permesso di riconoscere?”
3. Riconosci il pozzo senza fondo e rivedi le tue aspettative
“Abbastanza” ha un significato indefinito e imprecisato.
Se ti chiedessi “Cosa è abbastanza per te?” cosa risponderesti?
E’ davvero possibile trovare due persone per cui la misura di “abbastanza” sia la medesima?
Se persegui un ideale di perfezione, quell’abbastanza sarà potenzialmente infinito e non solo indefinito. Può diventare una strada senza fine, un pozzo senza fondo.
Perchè non sarà mai davvero abbastanza se il tuo obiettivo è la perfezione.
Perchè la perfezione è irraggiungibile per definizione, quindi è naturale che non farai mai abbastanza per raggiungerla, se le tue aspettative sono irrealistiche.
Le domande guida per darci un taglio:
“Se per questo traguardo mi ponessi uno standard che non fosse il perfezionismo, mi sentirei ancora non abbastanza?”
“Quale sarebbe un aspettativa buona per me per sentirmi sfidata anzichè inadeguata?”
Cosa ne pensi? Ti ritrovi in queste parole?
Se vuoi riuscire anche tu a lasciar andare la convinzione di non essere abbastanza e iniziare finalmente a sentirti soddisfatta di te, compila il questionario che trovi qui per candidarti a lavorarci su insieme a me!
Grazie e a presto,
Patrizia
Ph Unsplash