COME RICONOSCERE IL TUO VALORE E COMUNICARLO AGLI ALTRI
Qualche tempo fa durante un corso ho conosciuto una donna speciale, una professoressa di italiano che oggi gestisce un elegante relais di lusso.
Ricordo che durante il giro di presentazioni, per raccontare di sé usò queste parole: “Ciao, mi chiamo Beatrice* e gestisco un piccolo agriturismo”.
Appena pronunciò il nome della sua attività corsi su internet a cercarne il sito e subito mi chiesi: “Ma come piccolo?
Lo avrei definito esclusivo, ricercato, d’élite. Non certo piccolo!“.
Eppure lei, che era stata capace di rilevare quel luogo magico e accogliere ospiti da tutto il mondo, cambiando la propria vita e quella della propria famiglia, tra tanti aggettivi aveva scelto proprio “piccolo” per definire quella che agli occhi di tutti è una realtà meravigliosa, molto richiesta e apprezzata (le prenotazioni e i feedback degli ospiti ne sono la prova!).
La scelta di quel termine mi colpì molto e ancora oggi mi fa riflettere su quanto il valore che pensiamo di avere incide su come vediamo noi stesse e la nostra realtà e sul nostro modo di comunicare con gli altri e di raccontarci.
Valore di sé: perché è così importante
Il tema del reale valore di sé accomuna molte donne che ho conosciuto e che, senza nemmeno rendersene conto, si sminuiscono, tanto si sentono a disagio a parlare di ciò che sono e fanno.
In molti casi possono avere una carriera folgorante, una lunga lista di qualifiche e titoli di studio, la casa più bella del mondo o un aspetto mozzafiato: eppure hanno la tendenza a sminuirsi comunque.
A riprova che l’autostima ha origine dall’interno e non da approvazione e riconoscimento esterni e sociali.
Voglio farti qualche esempio di frasi che spesso diciamo quando non abbiamo una percezione chiara del nostro valore:
“Quando sono in mezzo agli altri non mi sento mai sicura di me. Spesso non apro bocca per paura di non essere all’altezza di chi mi sta intorno.”.
“Mi abbasso sempre alle richieste assurde di clienti che mi chiedono di realizzare progetti complessi in pochissimo tempo e con scarsissimo budget. E io non riesco a dire di no e a dettare le mie condizioni perché ho paura di perdere il lavoro.”.
“Sono anni che lavoro nella stessa azienda, ma mi trattano sempre come l’ultima arrivata. Chiedere la promozione o l’aumento? Impossibile, non ce la faccio!”.
“Nelle relazioni di coppia mi capita spesso di mettere in secondo piano i miei bisogni e di lasciare più spazio all’altro… mi sono sempre accontentata delle briciole e non ho mai chiesto di più”.
“Ho visto un annuncio di lavoro ma figurati se ho le competenze giuste per candidarmi. Non mi sceglierebbero mai!”.
Mi fermo qui, ma potrei andare avanti per molto, io stessa ho pensato e pronunciato frasi simili in passato e sono certa che lo avrai fatto anche tu.
La capacità di cogliere il nostro valore ci mette in condizione di prendere posizione, di definire i nostri confini chiaramente, di stabilire i nostri obiettivi e determinare i passi da compiere per raggiungerli, pienamente consapevoli di avere le risorse giuste per farlo e soprattutto di meritarlo.
Volerti bene e accettarti sono presupposti essenziali per riconoscere il tuo valore, riuscire a comunicarlo agli altri, (si tratti di partner, amici, colleghi, capi o clienti) e ottenere il riconoscimento che meriti, traendo beneficio non solo in termini personali, ma anche professionali.
Avere la certezza del proprio valore alimenta il coraggio di vivere rispondendo ai nostri bisogni e desideri.
Non vedere il tuo valore: le conseguenze
Pensare di “non valere abbastanza” è come guardarsi in uno specchio che distorce la realtà e non ci permette di apprezzare come siamo davvero.
La certezza di non avere valore ci preclude la possibilità di una vita piena e soddisfacente.
Eccone alcune conseguenze:
1. Non cogliere le occasioni: hai presente quella posizione per cui non ti sei mai candidata perché pensavi di non essere abbastanza qualificata o quel ragazzo a cui non ti sei mai avvicinata perché pensavi di non essere abbastanza piacevole? Sono certa che ci siamo capite!
2. Conflitto fra ciò che si fa e ciò che si vuole: le nostre azioni confermano ciò che pensiamo di meritare (poco, perché tanto valiamo) in contrapposizione ai nostri desideri che piano piano si affievoliscono fino a non sapere più nemmeno cosa vogliamo.
3. Difficoltà a fare delle richieste e a ottenere ciò che si desidera: se non chiediamo, gli altri come faranno a sapere cosa desideriamo e a darcelo?
4. Non riuscire ad agire: se pensiamo di “non valerne la pena” rischiamo di rimanere bloccate nella procrastinazione e nell’immobilismo perché ci manca la spinta ad agire. O, di contro, potremmo avere la tendenza a mettere in ballo così tante da sentirci sopraffatte e fermarci ancora prima di partire, perché siamo convinta che tanto non giungeremmo a nulla di buono.
5. Lamentela: non chiedendo e non provandoci, difficilmente otterremo ciò che vogliamo e questo ci porterà a lamentarci e ad alimentare la convinzione di non valere abbastanza.
6. Accontentarsi: ci accontentiamo delle briciole, perchè siamo convinte che siano ciò che ci spetta.
7. Mettere in dubbio noi stesse: non ci sentiamo sicure e quindi cerchiamo continua approvazione dall’esterno, affidando agli altri la nostra autostima e la percezione del nostro valore.
8. Gestire i conflitti è complicato: essere convinte di non valere significa che non valgono nemmeno le nostre ragioni e quindi difenderle o mantenere le proprie posizioni diventa difficilissimo e la relazione con gli altri ne risente.
Provaci, vedrai che ci riesci!
Ecco qualche dritta per rimetterti in careggiata e iniziare a dire “Io valgo!”:
1. Riconnettiti al significato: cosa significa per te “valore”? Quando una persona è di “valore”?
2. Individua e scardina le tue convinzioni: i pensieri hanno un potere enorme perché influenzano le nostre emozioni e le nostre azioni. Quando pensi al valore di sé, quali sono le convinzioni, i pregiudizi e le frasi che ti dici e che “giustificano o confermano” che tu non abbia valore, dandoti anche un alibi a non vederlo? Ti faccio un esempio: per molto tempo ho pensato che affermare il mio valore (dire la mia, chiedere i soldi che mi spettavano ecc) significasse essere presuntuosa e superba e ho dovuto superare questo pregiudizio per potermi dare il permesso di chiedere.
3. Chiediti cosa pensi di meritare: se sei convinta di non meritare il meglio, sarà veramente difficile che tu possa riconoscere il tuo valore e soprattutto ad affermarlo davanti agli altri. Il rischio è quello di mettere in atto comportamenti autosabotanti che ti potrebbero portare a vivere nella scarsità e nella mancanza, proprio perchè pensando di meritare poco, ti accontenterai di quel poco.
4. Manda a quel paese il tuo giudice interiore. Prova a dire ad alta voce davanti allo specchio “Io valgo” e se la vocina antipatica del tuo giudice interno comincia a dire “Sì, come no!”, rispondile a tono e fai esattamente il contrario di ciò che ti suggerisce. Parti dalle cose più semplici e che ti costano meno fatica e agisci.
5. Riconosci i tuoi limiti: ti sembrerà strano, eppure vederli può farti capire quanto vali. Non ci credi? Hai presente la fatica e il coraggio che servono per ammettere di avere dei limiti, di non essere perfette e di riuscire magari a trasformarli in opportunità? Ecco, tu sei quella persona lì. Forte e coraggiosa, capace di guardare in faccia la propria realtà e di riuscire a farci qualcosa di meraviglioso.
6. Individua i tuoi punti di forza: questo potrebbe essere il punto più difficile, perché se pensi di non valere ti sarai certamente convinta di non avere pregi e darai sicuramente per scontate tutte le tue qualità.
Per iniziare ti suggerisco di ricordare quali sono le difficoltà da cui ti sei tirata fuori e quali capacità hai messo in campo per farlo.
E poi ancora, fai mente locale di tutte le cose per cui gli altri si rivolgono a te per un parere o un tuo aiuto.
E, in ambito più strettamente professionale, chiediti: qual è il valore aggiunto del lavorare con te? Quali problemi risolvi? Cosa ti rende unica nell’aiutare i tuoi clienti? In buona sostanza, cos’hai tu che i tuoi competitor non hanno?
Voilà: ti presento i tuoi punti di forza!
7. Smetti di paragonarti: e non perché potresti scoprire di valere meno degli altri, ma perché questa non è una gara. Inoltre, adesso che stai muovendo i primi passi alla ricerca del tuo valore, rischieresti di convincerti che gli altri siano migliori di te, traendo conclusioni fuorvianti su te stessa.
8. Trova i tuoi supporter: occhio alle persone di cui ti circondi. Alcune sono dei veri e propri vampiri energetici e con loro rischieresti di sentire l’autostima sotto i piedi. So bene che non sempre possiamo scegliere con chi accompagnarci, soprattutto in ambito professionale. Però puoi sempre decidere come relazionarti a loro, individuando i modi per schermarti dalla loro influenza negativa e soprattutto trovando le persone giuste per avere il supporto che ti serve in questo percorso.
Quali sono? Semplice, quelle con cui ti senti leggera, accolta e compresa. Quelle con cui non hai timore a essere te stessa.
9. Ridefinisci i tuoi obiettivi e i tuoi ideali: rivedi le tue ambizioni perché siano sfidanti e alla tua portata e perché possano darti soddisfazione. Occhio, non ti sto suggerendo di accontentarti o di volare basso, anzi! Dico solo di evitare obiettivi smaccatamente esagerati che alla lunga potrebbero essere frustranti e che potrebbero farti cadere nell’immobilismo di cui ti parlavo.
10. Tieni traccia dei tuoi successi: non fare quella faccia, non sto parlando di coppe o trofei, ma di piccoli traguardi quotidiani che tutte noi raggiungiamo e che diamo sempre troppo per scontato!
11. Fidati del tuo modo di essere e crea il tuo stile: riconosci in cosa fai la differenza e cosa ti rende unica. Essere autentica ti ripagherà!
12. Allena la tua assertività: impara ad affermare te stessa. Vedrai che con il tuo comportamento influenzerai quello degli altri e otterrai più facilmente ciò che desideri.
13. Accetta di non poter piacere a tutti: come ti ho già detto qui, non si può piacere a tutti. Scegli con cura le persone il cui parere conta davvero per te: sono quelle che stimi di più (occhio, non necessariamente le più vicine!) e il cui apprezzamento potrà darti la carica. E soprattutto impara che la persona più importante a cui piacere e che deve apprezzarsi, sei tu!
Ho molto a cuore questo tema che spesso è il fulcro dei percorsi di coaching che conduco. Per questo voglio raccontarti una storia che ti farà riflettere nel caso la lettura fin qui non fosse bastata! 😉
E’ una storia tratta dal libro “Lascia che ti racconti” di Jorge Bucay, uno spunto in più che voglio donarti per guardarti dentro.
Per ascoltare la storia clicca di seguito e poi raccontami nei commenti cosa ne pensi!
E se vuoi riuscire ad apprezzarti e a capire il tuo valore, “Accogli chi sei” è il percorso di coaching che fa per te: Compila questo questionario per parlarmi di te e candidarti a lavorarci su insieme a me!
Ti aspetto!
*Beatrice è un nome di fantasia, la mia! Infatti è il nome che pensavo avesse appena l’ho vista!
Ph. Stephanie Harvey/Unsplash
Debora Berg
Ma se effettivamente non si ha la preparazione per affrontare una conversazione o non si è qualificati per un lavoro, oltre a cercare di colmare le lacune e ascoltare gli altri, cosa si può fare? Non sarebbe meglio accettare la propria mediocrità e smetterla di accanirsi con sé stessi? Quando ci si riesce, ci si sente davvero liberi. Ogni tanto mi succede di smettere di lottare contro ciò che non mi piace di me, accetto di non valere nulla e sono in pace, sto molto meglio.
Patrizia Arcadi
Grazie per il tuo commento, Debora. Sicuramente sì, nel lasciar andare ci sia un grande senso di libertà intrinseco.
L’invito di questo articolo non è tanto di accanirsi o fare qualcosa a tutti i costi, ma di osservarsi con un altro sguardo e concedersi di riconoscere il proprio valore come persone.
Io credo che la cosa importante sia la consapevolezza che mettiamo nell’atto di lasciar andare l’accanimento. Ciò che conta, a mio parere, è come lo si fa. Riconoscere con consapevolezza i propri limiti, significa riuscire a “stare con il nostro dato di realtà”, con la situazione che ci troviamo effettivamente a vivere, e questo è il presupposto dell’accettazione.Poi, a quel punto, possiamo scegliere in maniera attiva a protagonista cosa farcene: se accettare il fatto che ci siano, integrarli e passare oltre o se lavorarci su e volerli migliorare (perchè a quel punto la nostra motivazione è intrinseca e non dipende dall’esterno).
Tuttavia in nessuno dei due casi immagino la conclusione di “non valere” in generale, perché il nostro valore non dipende da quanto facciamo o da quanto sappiamo, bensì dal solo fatto di esistere come persone e contribuire al mondo con la nostro presenza (limiti inclusi).
Accettarsi significa riconoscersi un valore, che va oltre ai propri difetti o pregi, ma include tutto il nostro essere e questo ha a che fare con la percezione che abbiamo di noi a 360 gradi.
spero di aver in qualche modo risposto al tuo commento, se desideri confrontarti ancora su questo punto, ti aspetto anche via email patrizia@patriziarcadi.it
grazie ancora!