Lasciar andare il bisogno di controllo
Come sarebbe la tua vita fra se riuscissi a lasciar andare il bisogno di controllo e potessi finalmente sentirti libera e capace di concentrare le tue energie su ciò che ti fa stare bene e ti restituisce gioia e serenità?
Probabilmente sei cresciuta con l’idea che avere tutto sotto controllo fosse sinonimo di forza o costituisse l’unica possibilità per realizzare i tuoi obiettivi.
Eppure, a un certo punto della tua vita, ti sei resa conto che in questo meccanismo qualcosa non funziona, poiché la sicurezza, la fiducia e la serenità che speravi di trovare controllando tutto e non mollando mai la presa su nulla non arrivano. Al contrario, ti senti sempre in affanno, sfiduciata, insicura, sotto stress.
Se ti riconosci in queste parole, il primo passo per liberarti del controllo e dal senso di frustrazione e affanno che suscita in te è quello di riconoscerne i limiti, anziché rimanere aggrappata all’illusione che possa portarti dei benefici.
Lasciar andare il bisogno di controllo: un cambio di prospettiva
Pensare al controllo come a un bisogno contribuisce a farcelo percepire come indispensabile, come a un gesto irrinunciabile per poter realizzare ciò che desideriamo e condurre la nostra vita efficacemente.
Il controllo, in verità, non è un bisogno reale, piuttosto una necessità indotta dal contesto in cui viviamo, dalla nostra storia.
In questi terminil il controllo è un’abitudine, una strategia con cui cerchiamo di soddisfare bisogni più profondi: per alcune persone si tratta di bisogni di sicurezza e fiducia, per altre di ordine e armonia, o ancora di efficacia o di produttività.
Osservare le cose da questa prospettiva sicuramente può aiutare a ridimensionare l’importanza che dai al controllo nella tua vita e sostituire questa abitudine con una strategia che ti possa portare maggiore benefici ti sembrerà non solo possibile, ma anche più alla tua portata.
Perché è importante lasciar andare il bisogno di controllo
Il “falso” bisogno di controllo che ci spinge a voler avere una presa salda e stretta anche su ciò che non è in nostro potere gestire – come ciò che che gli altri pensano di noi o la certezza che gli eventi vadano come ci aspettiamo – ci priva del nostro potere e delle nostre energie.
Questa abitudine, infatti, ci impedisce di procedere con libertà e leggerezza e ci appesantisce; non solo, si basa sulle nostre insicurezze ed è illusoria, poiché ci fa credere che se riusciremo a mantenere la presa su ogni cosa, potremo sentirci più sicure.
Questa bugia, però, viene presto svelata non appena abbiamo le prove che c’è una bella fetta di vita che non dipende dalla nostra volontà, né dalle nostre azioni e la conseguenza di tutto questo spesso è un aumento della sfiducia e dell’insicurezza in noi stesse, con relativi sensi di colpa e vergogna.
Ecco alcuni esempi di controllo che toglie potere ed energia:
- controllo sugli altri, le loro azioni, opinioni, emozioni, abitudini, cosa dovrebbero o non dovrebbero fare: esercitiamo questo tipo di controllo, ad esempio, usando il senso di colpa (“Se fai così mi fai star male”), l’imposizione del nostro volere o, ancora, compiacendoli per avere la loro approvazione,
- avere ragione a tutti i costi: facciamo di tutto per dimostrare di avere ragione e per assicurarci che gli altri ammettano che la realtà è come la vediamo noi,
- aspettative di perfezione: ci costringiamo alla perfezione per fare in modo che gli eventi seguano il corso che abbiamo previsto o le persone agiscano come noi ci aspettiamo,
- fare tutto da sole: non chiedere aiuto o delegare, né riconoscere le competenze e le capacità altrui, accentrando tutto su di sé,
- attaccamento: rimaniamo aggrappate a pensieri, giudizi, emozioni, contesti e situazioni scomode, persone, passato, relazioni, questioni in sospeso, con l’intenzione di ottenere un qualche illusorio vantaggio, che però non ci permette di procedere in libertà, al contrario, ci vincola, limita e impedisce di procedere con la nostra vita.
La parte buona del controllo
A dispetto di ciò che possa sembrare, sono convinta che ci sia un‘accezione positiva del controllo: mi riferisco alla forma che libera, che si basa sulla padronanza di sé e sulla capacità di concentrare le energie su ciò che è in proprio potere fare e gestire.
Questo tipo di controllo dona forza, fiducia e apre a una marea di possibilità di curarsi di ciò di cui si ha la responsabilità.
Mi sto riferendo a quell’atteggiamento volto a esercitare la libertà di auto determinare la propria vita, vivendola pienamente, agendo allineate a noi stesse, rimanendo fedeli a chi siamo davvero.
Ecco alcuni esempi di come si può esprimere questo tipo di controllo che ci restituisce potere:
- voler essere pienamente padrone di noi stesse, consapevoli senza condizionamenti di ciò che pensiamo e delle nostre convinzioni, ovvero della nostra attitudine verso la vita,
- assumerci la responsabilità delle nostre azioni, lasciandoci guidare da ciò che è giusto per noi e valutandone l’efficacia, giorno dopo con giorno, esercitando la libertà di cambiare strada quando necessario,
- riuscire a definire e repisttare noi per prime i nostri confini personali,
- capire cosa ci dà energia e scegliere di darle nutrimento per il nostro benessere,
- avere piena coscienza del nostro perché più profondo, dei nostri punti fermi, delle ragioni per cui facciamo ciò che facciamo,
- coltivare uno spazio di consapevolezza e presenza a noi stesse che ci permette di agire, anziché re-agire agli eventi,
- aprirsi agli altri, considerarli alleati anziché nemici, chiedere aiuto, condividere e instaurare relazioni basate sull’autenticità, anzichè sulla paura o il compiacimento,
- scegliere con cura parole che usiamo, a cominciare da quelle che rivolgiamo a noi stesse.
Le domande per lasciar andare il finto bisogno di controllo
Come sempre, ti invito a lasciarti guidare dal potere delle domande di coaching per esplorare la tua relazione con il bisogno di controllo e capire come lasciarlo andare, sostituendolo con una abitudine che sia più benefica per te e la tua vita.
Grazie alle domande, infatti, puoi fare una fotografia del punto esatto in cui ti trovi e fare chiarezza sulla strada che vuoi intraprendere per raggiungere ciò che vuoi per te.
1. In quale forma di controllo mi riconosco?
Partiamo da qui: qual è la forma di controllo in cui ti riconosci? Non è detto che tu ti identifichi nettamente in una o nell’altra, potresti anche renderti conto che ci sono alcuni aspetti o aree della tua vita in cui eserciti una forma di controllo di un certo tipo e altri in cui, invece, ne esprimi un’altra.
Per capirlo, prova così:
- assegna un colore alla forma di controllo che toglie potere e uno alla forma di controllo che te lo restituisce,
- suddividi la tua vita in spicchi e colora ciascuno di essi con il colore che più ti corrisponde (mettici anche le sfumature!),
- osserva questo disegno e tira le somme: com’è messo il grafico del controllo che eserciti nella vita? Quale colore è più presente? E in quale area? Quali considerazioni puoi fare?
2. In che modo lo sto esercitando e in quale contesto lo esprimo maggiormente?
Questa domanda ti serve per mettere a fuoco il modo in cui esprimi questo controllo, con quali atteggiamenti e comportamenti, se ci sono delle abitudini ricorrenti con cui lo esprimi nella vita di tutti i giorni e quali conseguenze comporta tutto questo.
In questa fase è importante anche chiederti quale sia l’obiettivo che cerchi di raggiungere con esprimendo il controllo in questa modalità e, soprattutto, se funziona, ovvero se la ragione reale e il bisogno profondo che ci sono sotto le tue azioni sono davvero soddisfatti.
La risposta a queste domande ti permetterà di aumentare la motivazione a cambiare strada e provare una alternativa, nel caso in cui non funzionasse!
3. Su quale aspetto su cui non ho potere voglio mollare la presa e su quale, invece, voglio acquisire padronanza di me?
In questo passaggio ti propongo di riflettere su ciò che è in tuo potere e può dipendere da te e ciò che invece non lo è affatto.
Prova a compilare queste due colonne e poi osservale.
Ti convincono?
Con quale forma di controllo stai agendo su ciò che hai inserito nei due elenchi?
Come ti senti quando eserciti il controllo su una o l’altra cosa?
Su quali senti di avere un potere “naturale” e su quale invece senti di “forzare la mano“?
A fronte di queste risposte, di quali elementi dell’una o dell’altra colonna vuoi continuare a curarti?
E in che modo puoi assumertene la responsabilità per agire nel pieno della tua energia e del tuo potere, anziché soccombere alla frustrazione e alla fatica vana?
Vuoi lasciar andare il controllo ma non sai da dove cominciare?
Scopriamo insieme il tuo punto di partenza e il traguardo a cui vuoi arrivare: candidati per la sessione di consapevolezza e orientamento Luce con cui ti aiuterò a fare chiarezza su te stessa e i tuoi bisogni.
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